ItaliaOggi, 16 giugno 2021
Periscopio
A raccogliere i frutti del lavoro di Letizia Moratti come sindaco di Milano sono spesso stati altri: Pisapia, ad esempio, che nel 2009 firmava una petizione contro l’Expo 2015, è uscito di scena da trionfatore anche grazie a quei cinque mesi di Milano caput mundi grazie, appunto all’Expo; Renzi, allora alla guida di un partito che ha sempre osteggiato (e osteggia) la Moratti, ha voluto proprio Sala (scoperto e valorizzato dalla Moratti) al posto di Pisapia come sindaco di Milano. E, di nuovo, nessuno ha dato a Letizia ciò che è di Letizia. Massimo Donelli. QN.
Il dato che meglio fotografa cosa sia avvenuto a Verona negli ultimi 60 anni è il tasso di natalità. Nel 1961 c’erano 16,3 nati ogni 1.000 abitanti. Oggi siamo a a 6,7. Nel 1961 i bimbi nella fascia di età 0-13 anni erano poco meno di 43 mila, cioè quasi il 20 per cento della popolazione; nel 1991 se ne contavano appena 28 mila, l’11 per cento. L’indice medio dei componenti di una famiglia dal 3,4 di ieri è sceso al 2,2 di oggi. Leno Boghetich, economista. (Stefano Lorenzetto). l’Arena.
«Mancata sua moglie, come ha fatto con due figli di 12 e 5 anni e di che aveva paura?». «Che ne so, il dolore era troppo. Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi, capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze». Marco Giallini, attore (Candida Morvillo). Corsera.
Alla fine degli anni Cinquanta, l’Italia contadina conservò ancora per poco la forza della coesione, del sentirsi comunità. E credo di aver appreso da quella esperienza che la teologia senza la vita vissuta è poco più di niente. Monsignor Vincenzo Paglia, comunità di Sant’Egidio. (Antonio Gnoli), la Repubblica.
Il più grande tennista di sempre è stato Roger Federer. Le statistiche a favore di Djokovic non mi interessano. Federer è, e sempre sarà, quello che gioca a tennis meglio di tutti gli altri. Adriano Panatta, tennista. (Gaia Piccardi), Corsera.
Insieme, Bianciardi e la sua amante Maria Jatosti, consumeranno giorni, mesi, anni a pestare sulle loro macchine da scrivere, sempre in affanno coi soldi, sempre con l’acqua alla gola e i creditori alla porta. «I soldi a Milano ti corrono dietro e ti scappano davanti», dirà lui svuotando l’ennesimo bicchiere di grappa gialla, uno sturacessi etilico che viene via con poco e aiuta a non pensare. Vivono in pensioncine misere, col gabinetto in corridoio, tra via Solferino e piazza Duomo («dove la finestra – racconta Maria – era ostruita da quella gigantesca insegna al neon del Cinzano, ogni lettera alta come un uomo: notte e giorno la camera lampeggiava con l’intermittenza della scritta illuminata dai colori in sequenza, bianco, rosso e poi blu, prima una alla volta, poi tutte insieme. Sembrava un luna park»). Luciano Bianciardi, scrittore. (Maurizio Pilotti). Libertà.
Ancora in Russia, Eugenio Corti: «In una notte di plenilunio, mi apparve uno spettacolo nuovo, inusitato: miriadi e miriadi di fili di ragno, non più lunghi di un braccio e resi argentei dalla luna, navigavano paralleli nell’aria, tenui, portati dalla brezza. Sopra ogni filo navigava un minuscolo ragno. A quel modo, che a me sembrava, e mi sembra, tanto precario, la minuscola creatura eseguiva la sua migrazione: verso quali luoghi? Abbandonava comunque quella terra dall’inverno tanto inclemente». Eugenio Corti: “Diari” edizioni Ares (Cesare Cavalleri), Studi Cattolici.
Io voglio invecchiare senza lifting facciali. Io voglio avere il coraggio di essere leale al mio viso. Marilyn Monroe, attrice.
La bocca è fatta non solo per parlare, ma anche per tacere. Roberto Gervaso.