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 2021  giugno 16 Mercoledì calendario

La bufera sui quattro bond subordinati di Mps

Non c’è pace per Mps. Mentre la Bce ha scritto una lettera alla banca chiedendo chiarimenti sulla tempistica dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro e il Mef, azionista al 64%, sta cercando la quadra per privatizzare l’istituto, è scoppiata la bufera dei quattro bond subordinati. Queste obbligazioni, emesse da Mps con scadenza 20282030 e soggette ad un possibile assorbimento nel caso la banca veda il suo indice patrimoniale Cet 1 scendere sotto la soglia minima richiesta dalla Bce, hanno visto il loro prezzo calare negli ultimi giorni di oltre il 15% anche se ieri c’è stato un parziale recupero. Ad esempio l’emissione con scadenza 10 settembre 2030 scambiava ieri in area 94 euro recuperando quasi tutto lo scivolone di lunedì scorso: negli ultimi 5 giorni il bond ha però ceduto il 7% circa. Lunedì sera Mps ha comunicato di «aver dato mandato ai propri legali per proporre una denuncia contro ignoti in relazione alle notizie diffuse sul mercato che hanno fatto crollare le quotazioni del debito subordinato».
Ma perché queste vendite ingenti e improvvise? I portatori di obbligazioni subordinate, secondo alcuni osservatori, potrebbero temere il possibile ’spezzatino’. Infatti il Mef vorrebbe cedere Mps a Unicredit, la quale, però, tentenna da diverso tempo anche perché Siena ha sulle spalle oltre 10 miliardi di possibili cause di cui quasi 4 miliardi in capo alla Fondazione Mps. Una delle ipotesi recenti, così, prevede il ’break up’ del Monte, con Unicredit che rileverebbe le filiali al Nord, il Mediocredito Centrale quelle al Sud, mentre resterebbe in vita il marchio storico Mps in una banca regionale, Toscana, in mano alla Fondazione che, in cambio delle azioni, rinuncerebbe alle cause. Se così fosse, il mercato teme che i bond subordinati restino iscritti nel bilancio del nuovo Monte in portafoglio alla Fondazione (che ieri ha smentito l’ipotesi), con la nascita di una banca ritenuta molto debole.
Quanto all’aumento di capitale sui cui tempi incalza l’Eutower, Mps avrebbe programmato una manovra in due fasi. La prima sarebbe l’emissione entro giugno di un bond di tipo AT1 dall’importo di circa 500 milioni. La seconda una ricapitalizzazione in denaro da almeno 1,5 miliardi in cui il Mef dovrebbe essere determinante. Ieri sera, infine, il consiglio di Mps ha dato mandato al management per l’analisi e la potenziale negoziazione del rafforzamento della partnership in essere con Anima Holding nel settore del risparmio gestito.