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 2021  giugno 15 Martedì calendario

Periscopio

Renzi è molto divertito perché al ministero della Transizione ecologica, che era stato preteso da Beppe Grillo, non è andato un grillino bensì un «uomo della Leopolda» come Roberto Cingolani. Monica Guerzoni. Corsera.
Il simbolo dello scudocrociato va portato alla Fondazione Sturzo e chiuso in una teca. Il tempo storico della Dc è finito. Gianni Fontana, dc, ex ministro dell’Agricoltura (Stefano Lorenzetto). l’Arena.

Nadia Bouzekri, vicepresidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane, intervistata dal Corsera ha definito quello di Saman un femminicidio come tanti: «Qui la religione non c’entra, siamo nell’ambito del femminicidio, molto diffuso anche in Italia». Così si cerca di liquidare la questione: un femminicidio come tanti. Ma non è così. Qui non ci sono uomini che uccidono le donne. Nel caso di Saman è la famiglia, perfino la madre, che uccidono a donna. E cioè tutto un clan familiare (padre, madre, zio e due cugini) avrebbe concorso a eliminare una ragazza di 18 anni che rifiutava un matrimonio combinato, disonorando così l’intera tribù e infrangendo una tradizione. Michele Brambilla. QN.

A Milano il sindaco uscente, Sala, non dovrebbe avere troppi problemi, a meno che la destra non metta in campo un nome forte come quello di Letizia Moratti. La sinistra rischia invece una storica sconfitta a Torino, che per decenni è stata la vera capitale del Partito comunista, e poi è divenuta il laboratorio dell’alleanza tra quel che restava della classe operaia e la borghesia delle università e delle professioni. Aldo Cazzullo. Corsera.

Il Pd è un partito mai nato, attaccato al potere ma senza un progetto, senza un’anima. Peggio della Democrazia cristiana degli anni 70. Perché un elettore oggi dovrebbe votarlo, francamente resta un mistero. Salvo Walter Veltroni, che ne aveva definito la vocazione maggioritaria, tutti i successivi segretari hanno contribuito al declino del partito: penso a Pier Luigi Bersani, che perde elezioni che erano vinte. Penso a Matteo Renzi, che si suicida politicamente con un referendum costituzionale e butta giù un partito arrivato primo alle Europee. Edoardo Novelli, sociologo università di Roma (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.

Se l’Expo 2015 ha portato l’Italia al centro del mondo e se Milano non è mai stata così bella, come proclamarono, gonfiando il petto, l’allora premier Matteo Renzi e l’allora sindaco Giuliano Pisapia, bisogna ringraziare Letizia Moratti, la Lady di ferro in abiti di seta. È stata lei, infatti, che (fra accuse e risolini) si è battuta come una leonessa per l’Expo 2015. È la Moratti che, privandosi del suo direttore generale in Comune, Giuseppe Sala, l’ha nominato commissario unico per far sì che la città giungesse puntuale al grande evento. È la Moratti, infine, che (dileggiata da tutti che spesso, poi, ne hanno raccolto i frutti) ha dato il là al rinascimento edilizio con i quartieri di CityLife e Porta Nuova, capolavori di architettura e urbanistica a livello internazionale. Massimo Donelli. QN.

Non so se Draghi si farà incantare dalle sirene che vogliono tenere tutto impantanato e hanno bisogno che questo parlamento arrivi al 2023. Certo c’è un’alternativa: che l’attuale premier selezioni bene il suo programma di risanamento, sia eletto presidente della Repubblica, garantisca sulle questioni essenziali l’Italia dal Quirinale invece che da Palazzo Chigi. E lasci che i nodi politici siano sciolti da chi ne è legittimamente indicato dalla Costituzione: gli elettori. Lodovico Festa. Studi Cattolici.

Nel libro Ring di Giancarlo Perna ci sono pochi aneddoti, e quando ci sono ficcanti; niente smancerie montanelliane su questo o quel dittatore «buonuomo»; neanche l’ombra d’un effetto drammatico da falso giornalismo d’inchiesta o da grande firma sedicente indignata («onestà, onestà»); mai nemmanco sfiorata la parola «casta», e meno che mai la parola «resilienza»: Il Ring mette nero su bianco l’intero disastro italiano senza perdersi dietro le sciocchezze, ma mirando al punto. Diego Gabutti, scrittore. ItaliaOggi.

Chi vuole bene a Federico Caffè lo trova incupito, disorientato, stanco. A un ex studente tra i più vicini spiega: «Al mio funerale vorrei che faceste suonare l’Adagietto della Quinta sinfonia di Mahler». E quello, scherzando per sdrammatizzare: «Federico, ma ci vogliono 110 orchestrali! Dove li trovo? Non ti puoi accontentare della Marcia funebre di Chopin? Almeno così ci servirà solo un pianista…». E l’ex docente, con un sorriso amaro, gli occhi che guardano già lontano: «Sei il solito pigrone». Un piano per andarsene via. Forse sta già pensando a come andarsene. Caffè ha una mente analitica: sa come risolvere un problema. Viene da credere che abbia un piano per la sua sparizione. Come deve averlo avuto Ettore Majorana, il fisico svanito nel nulla nel 1938 a Palermo, cui Leonardo Sciascia dedica nel 1975 un imperdibile libro-inchiesta. Maurizio Pilotti su Federico Caffè, famoso economista scomparso nel nulla. Libertà.

Vorrei una vera pace e il rispetto fra palestinesi e israeliani. Bisognerebbe abolire le religioni, sono gli uomini a essere importanti. Che uno creda in Budda, in un dio, in una stella, in un albero, non ha alcuna importanza. E io penso che i popoli siano per la pace. Ma ci sono estremisti che, in nome della religione, seminano zizzania. Alessandro Haber, attore di origine ebraica e con un’infanzia passata a Tel Aviv (Antonio Bozzo). Il Giornale.

Decathlon. Bis, no ter, a terra. Aperturisti, allarmisti, misti. Fatti, misfatti, ricatti. Frustrazioni, frusta, cocchiere. Fiale, fiele, fole. Numeri dispari, pari, precari. Vacanze, vacanzieri, ieri. Zibellino, zimbellino, zimbello. Fumo, fumogeni, fumisterie. Anti-muffe, anticorpi, anti-corvi. Dino Basili. Studi Cattolici.

I Diari non sono da considerare soltanto come materiale di fondo dei grandi romanzi di Eugenio Corti: sono pagine da leggere in autonomia, ricordi stenografati che alludono a un vissuto realistico tipicamente cortiano. La lingua è piana, accurata, fresca, zampillante, mai ricercata. L’interesse, anzi, la passione di Corti per la natura (i fiori, gli animali, i paesaggi) si rivela attraverso brevi slanci, talvolta lirici. Una parola meno consueta è «bigiore»: «13 giugno 1942, in Polonia. Sui tetti corvi in gran numero, alcuni bambini ne tenevano di piccoli in mano e giocavano con loro nel grande bigiore del mattino». Eugenio Corti, Diari, edizioni Ares (Cesare Cavalleri). Studi Cattolici.

Si è veramente liberi solo quando si ha il coraggio di dire le cose di cui ci si vergogna. Roberto Gervaso.