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 2021  giugno 15 Martedì calendario

Ex Ilva, bilancio bloccato

Sono trascorsi esattamente due mesi dall’annuncio della finalizzazione dell’accordo tra Arcelor Mittal e Invitalia per la rinazionalizzazione dell’ex Ilva e dal misterioso rinvio dell’assemblea dei soci che avrebbe dovuto sancire l’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione. Una spiegazione ufficiale di quel rinvio non è mai stata fornita, né pubblicamente né ai tavoli sindacali. L’unica traccia è dunque il report di Kpmg per Invitalia datato dicembre 2020 che evidenziava dubbi sulla possibilità che «il Gruppo con le attuali performance» possa «restituire il debito e finanziare gli impegni per gli investimenti». In realtà il rinvio del battesimo della nuova Ilva non fu casuale. Si trattò infatti della conseguenza del rifiuto, da parte dei tre membri del nuovo consiglio d’amministrazione designati dalla parte pubblica, di approvare il bilancio 2020 dell’ex Ilva. Della decisione era stata messa a conoscenza Invitalia, veicolo pubblico dell’operazione. A metà aprile, dopo l’esclusione di Ernesto Somma (economista pugliese, braccio destro di Domenico Arcuri in Invitalia e interfaccia di Arcelor Mittal nella trattativa), Franco Bernabè (futuro presidente), Stefano Cao e Carlo Mapelli erano pronti a costituire il nuovo CdA con i tre membri nominati dal socio privato. Proprio il nodo dell’approvazione del bilancio ha congelato il passaggio di consegne. A fine aprile, Bernabè aveva detto in televisione che sarebbe «diventato presidente entro metà maggio». Previsione disattesa. Scaduto il termine canonico del 30 aprile, il bilancio dovrebbe essere approvato entro il 30 giugno. Ma a dispetto delle periodiche rassicurazioni (aziendali, politiche, sindacali), da quel momento nessun passo avanti è stato compiuto.
Del resto, sebbene il lavoro di Kpmg sia stato limitato anche dalle scarse informazioni fornite da ArcelorMittal, i dubbi e le problematiche emerse sono di notevole entità. «Il set di informazioni fornito – scrive Kpmg nel rapporto – non corrisponde agli standard che mediamente troviamo in lavori di due diligence con simili complessità. Non abbiamo avuto accesso al management e personale del reparto amministrazione, finanza e controllo di Am Investco Italy. Le informazioni forniteci dal management sono state limitate a quelle rese a noi disponibili presso la data room virtuale allestita dal venditore con informazioni selezionate». Uno degli aspetti maggiormente problematici riguarda ad esempio l’impossibilità di riconciliare i dati di bilancio (statutory account) con i bilanci di gestione (management account). Nei due schemi emergono delle incongruenze che però Pwc – consulente di Am Italy – non chiarisce ai colleghi di Kpmg.
Un altro tema che emerge è quello del patrimonio netto del gruppo. Che, scrive Kpmg, non tiene conto delle pesanti perdite registrate negli anni dalle controllate, le cui partecipazioni non vengono svalutate nel bilancio della capogruppo. Tra i «suggerimenti» invece è da segnalare l’alert per il trading delle quote di Co2, indispensabili per i produttori di acciaio. Secondo Kpmg, il compratore (Invitalia, cioè il governo) dovrà verificare attentamente il trading sulle quote di Co2, raccomandando «che le emissioni degli anni precedenti corrispondano a quanto dichiarato e che i criteri di valutazione siano corretti». Fonti sindacali segnalano il rischio che il riacquisto dei certificati sia avvenuto quando i prezzi sono cresciuti.
Sul tema dei mancati pagamenti ai fornitori, uno dei punti sollevati dal rapporto Kpmg, è tornato ieri Giacinto Fallone, presidente della sezione Autotrasporto di Casartigiani Taranto, rivendicando che «dell’autofinanziamento abbiamo sempre detto: Mittal si mantiene con i soldi dei fornitori. Dopo le minacce, a noi trasportatori finalmente hanno pagato le fatture saldo di gennaio e febbraio, ma altri dell’indotto avanzano ancora il 2020. In questo momento, lo stabilimento è pieno di aziende del Nord che hanno preso appalti e ben presto, appena si faranno i conti, scapperanno». Fonti sindacali affermano di poter «documentare» che diverse aziende dell’indotto non pagano i dipendenti da mesi. —