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 2021  giugno 15 Martedì calendario

Andrea, cinque lauree nonostante la dislessia


La corsa a ostacoli di Andrea Pesando è iniziata sette anni fa, dopo un esame di Tecnologia dei materiali al Politecnico di Torino. «Avevo studiato, ero preparatissimo – ricorda – ma non riuscii neanche a finirlo, lasciai una domanda in bianco». Quando chiese di vedere la prova corretta, si ritrovò tra le mani un foglio lastricato di segni rossi. «Come hai fatto ad arrivare fino a qui se commetti questi gravissimi errori ortografici?», domandò bruscamente la docente. Bocciato. Quello fu il primo vero campanello d’allarme. Una visita medica, qualche settimana più tardi, certificò un disturbo che nessuno in famiglia sospettava: «Uno specialista mi disse che soffrivo di dislessia – racconta Andrea, 31 anni –. L’ho scoperto tardi perché fino a quel momento avevo messo in atto alcune strategie, in maniera autonoma, che mi avevano permesso di superare il problema».
Il traguardo della sua corsa a ostacoli ha una data: il 28 giugno. Dopo uno sprint da record discuterà all’università di Torino la tesi per la laurea magistrale in Scienze internazionali. È la quarta in poco più di quattro anni, la quinta tenendo conto di quella in Ingegneria civile. Nella primavera 2017 Andrea ha infatti scelto un percorso di doppia laurea tra Torino e Bordeaux, che riconosce quattro diplomi a cavallo tra Italia e Francia. «Discuterò una tesi sull’impatto che la globalizzazione ha avuto sul dibattito politico», spiega.
Ma la sua battaglia non è finita. Nonostante il curriculum – che comprende un anno di lavoro da ingegnere in Australia e sei mesi di tirocinio all’Europarlamento – e le tre lingue parlate fluentemente, spesso si trova a dover dribblare i pregiudizi. «I dislessici confondono alcune parole, non trovano il termine corretto per un determinato contesto oppure non hanno un’esposizione del tutto lineare. E questo, in un colloquio di lavoro, ti squalifica quasi subito», ragiona.
Secondo gli ultimi dati a disposizione, nelle scuole italiane ci sono circa 275 mila alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa): sono passati dallo 0,7% dell’anno scolastico 2010-2011 al 3,2% del 2017-18. Le manifestazioni più comuni della dislessia sono la lentezza nel leggere, specie a voce alta (si impiega mediamente il 30% del tempo in più), l’affaticamento dopo un periodo di lunga concentrazione e una difficoltà nell’accesso lessicale.
Ora il grande sogno di Andrea è intraprendere la carriera diplomatica, magari in Europa. Un destino, in qualche modo, già scritto: «La scuola media che ho frequentato a Grugliasco è intitolata all’Europa unita – dice – e in gita i professori ci avevano portati al Parlamento europeo: io rimasi estasiato». Al momento, però, ha davanti a sé una vetta impervia da scalare: l’esame per diplomatici prevede cinque prove scritte e per lui le difficoltà sarebbero enormi. «In Italia abbiamo buone leggi che tutelano i dislessici: per esempio ci viene concesso il 30% di tempo in più per completare gli esami, anche quello di scuola guida. Ma in altre occasioni ci viene negato un aiuto, come per esempio il correttore automatico, che per noi è fondamentale». Il dibattito, infatti, è tutto attorno all’entità del “sostegno": «Se non lo utilizziamo siamo svantaggiati – riflette – se invece ci è concesso siamo accusati di essere facilitati».
Andrea, però, non ha nessuna intenzione di arrendersi: «Può suonare scontato, ma la mia storia dimostra che con la volontà e l’impegno si possono raggiungere grandi risultati. Ai ragazzi come me dico che è fondamentale prendere coscienza dei problemi e poi trovare un modo per risolverli». La sua condizione, sottolinea, non l’ha mai vissuta come un handicap. Anzi: ha provato a sfruttarla a suo vantaggio. «Spesso – spiega – la dislessia ti porta a cercare soluzioni nuove, creative: non seguire meccanicamente una procedura, ma immaginare percorsi non tracciati». E in un mondo dove incombe la presenza dell’intelligenza artificiale, non è poco: «Il nostro modo di pensare ci garantisce di non poter essere sostituiti da macchine», sorride Andrea.
In autunno inizierà un master al prestigioso College of Europe a Bruges, in Belgio, un istituto dove la selezione è spietata e gli studenti vengono scelti anche dopo il filtro del ministero degli Esteri: «È un grandissimo onore per me, gli studenti passati da quelle aule sono diventati premier, ministri e ambasciatori», dice. Quella bocciatura in Tecnologia dei materiali, di sette anni fa, sembra ormai lontana anni luce. —