Corriere della Sera, 15 giugno 2021
Donne e giovani: il nuovo governo israeliano
GERUSALEMME Il passaggio delle consegne e del potere è stato breve e poco cordiale, più simile allo scambio di chiavi per un appartamento in affitto su Airbnb che alla cerimonia di successione alla guida del governo. Benjamin Netanyahu è convinto che gli inquilini guidati da Naftali Bennett dovranno sloggiare presto, lo ripete, ordina ai suoi di mantenere una «disciplina di ferro» contro «la coalizione della truffa». «Bibi ha tagliato corto sulle formalità – commenta uno dei fedelissimi – per non dare troppa legittimità alla nuova amministrazione».
Una strategia alla Donald Trump. E dall’ex presidente deve ripartire anche Yair Lapid, neo-ministro degli Esteri e dal 27 agosto del 2023 premier, se l’intesa a otto partiti reggerà: per smontare – ha spiegato ai diplomatici – le strategie «sconsiderate» di Netanyahu che negli ultimi dodici anni ha privilegiato solo i rapporti con i repubblicani. «Sono importanti, sono nostri amici ma non sono i soli negli Stati Uniti», soprattutto adesso che alla Casa Bianca c’è il democratico Joe Biden. Seduti insieme Bennett e Lapid – uno con in testa la kippah all’uncinetto simbolo dei sionisti religiosi, l’altro un laico ciuffo argento impomatato – dicono che il patto è basato «sull’amicizia e sulla fiducia». Neo-ministre come Merav Michaeli (Trasporti, laburista) e Tamar Zandberg (Ambiente, Meretz) abitano a Tel Aviv e si conoscono da anni, le donne sono nove su ventisette, un record. A Tel Aviv vive anche l’altro rappresentante della sinistra (Nitzan Horowitz, Sanità) e pure Gideon Sa’ar (Giustizia) fuoriuscito dal Likud per i contrasti con Netanyahu. Sono tutti più giovani del premier uscente (71 anni), solo Nachman Shai (Diaspora) ne ha tre di più, Mansour Abbas (leader islamista di Ra’am) venticinque di meno.
Quanto Bibi – fa notare il Times of Israel – sono abili a sfruttare i vecchi e i nuovi media, molti sono stati giornalisti e personaggi televisivi, tanti hanno cominciato la carriera politica lavorando per lui o con lui, primi fra tutti (in ordine di importanza) Bennett e Ayelet Shaked (Interni). Che guidano il partito dei coloni ma vivono in sobborghi residenziali dalle parti di Tel Aviv, mentre nella colonia di Nokdim abita Avigdor Liberman, immigrato dall’allora Unione Sovietica e adesso ministro delle Finanze.
Oggi questo gruppo per ora tenuto insieme dalla volontà di deporre Netanyahu deve affrontare la prima prova: gli estremisti di destra marciano a Gerusalemme e Hamas minaccia da Gaza di rispondere con i lanci di razzi, la tregua definita il 21 maggio dopo undici giorni di guerra rischia di traballare. Il corteo era stato rinviato – non era bastato – proprio per evitare di accrescere le tensioni. Benny Gantz (Bianco e Blu) continua a guidare il ministero della Difesa e assieme a Liberman è una delle figure più forti nel consiglio di sicurezza ristretto.