la Repubblica, 15 giugno 2021
Il quarto Stato tra i laghetti
La logistica è il settore più dinamico e più moderno del terziario. Moderno, però, nel senso di recente.Le tensioni sociali dentro e attorno a quegli smisurati capannoni hanno infatti qualcosa di primordiale: pre-sindacale e pre-politico. Lo ha raccontato bene Ezio Mauro ( Repubblica di ieri) commentando la rudezza dei recenti scontri nel Lodigiano, in un piazzale bene asfaltato e circondato di laghetti e giudiziose opere di urbanizzazione: “nell’emergenza – scrive Mauro – modernità e primitivismo si toccano e convivono”.Vale la pena aggiungere che anche i fattorini (detti rider ) che consegnano cibo (detto food ) confermano questa impressione di convivenza tra “nuovo capitalismo” e legge della giungla. L’inglese eufemistico e ipocrita non basta a velare la realtà.Su quegli scontri notturni, violenti e bagnati di sangue operaio, ho letto decine di articoli, faticando parecchio a orientarmi. Un po’ perché le mie categorie sono novecentesche. Un po’ perché, nella baraonda di agenzie interinali, appalti e subappalti, è oggettivamente complicato capire “chi è chi”. Il solo elemento visibile e udibile, a parte la brutalità dei “gorilla” intervenuti per sgomberare il campo dai picchetti (gorilla “aziendali”? Beh, nemmeno quello si capiva: anche il gorilla, oggi, è interinale), era il linguaggio anch’esso primitivo, puri anni Settanta, dei Cobas, che in quel deserto sindacale fanno inevitabilmente spicco.Il quadro, comunque la si pensi e comunque lo si veda, è molto più disordinato e oscuro del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo (1901). Centoventi anni dopo, un pittore socialmente ispirato non saprebbe bene che cosa dipingere: a parte i laghetti.