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 2021  giugno 15 Martedì calendario

Gaetano Manfredi, se il candidato sindaco finisce in fuorigioco

ROMA – Gaetano Manfredi alla fine ha capito che non si può essere della Juve se si vogliono vincere le elezioni a Napoli. «Quando sarò sindaco il Napoli tornerà a vincere lo scudetto», ha detto ieri, e naturalmente ha aggiunto di avere «amato tanto Maradona». Capirai. A Luigi de Magistris il perfido De Laurentiis nei giorni delle polemiche rinfacciava la fede giovanile per l’Inter, e in quelli di buona lo voleva accanto a sé al San Paolo. De Magistris, stufo di quel dileggio, rivelò di essere stato un abbonato di curva B tra il 1984 e il 1990 (gli anni di Diego), mentre da ragazzo tifava neroazzurro per via del padre patito di Herrera: ma la toppa fu peggio del buco perché ogni tifoso sa che si spasima per una squadra sola. A meno di essere un politico.
Walter Veltroni, juventino, si presentò all’Olimpico con la sciarpa della Roma il giorno dello scudetto nel 2001. «Me l’hanno messa, sono felice per la città», si giustificò. Poi ci sono i casi trasformismo calcistico. Dopo la rottura con Alfano, Silvio Berlusconi dichiarò: «Per 12 anni ha fatto finta tifare Milan». Una cosa analoga la disse Enrico Letta dello zio Gianni Letta: «È diventato milanista solo per via di Berlusconi, prima era romanista». Quando scese in campo Virginia Raggi, laziale, giurò che non tifava per nessuno e subito si finì per rimpiangere la Prima Repubblica. Giulio Andreotti non nascondeva la propria fede giallorossa, risolveva tutti gli impicci legati a Falcao e dopo lo scudetto fece eleggere il presidente Dino Viola senatore. A Pietro Secchia che non sapeva nulla di calcio Palmiro Togliatti disse: «E tu pretendi di fare la rivoluzione senza sapere i risultati della Juventus?».
Oggi Stefano Bonaccini augura lo scudetto alla sua Juve e l’Europa al Bologna. Nel 2010, candidata del centrodestra alla Regione Lazio Renata Polverini, si mise a cavalcioni sulla balaustra che separa le gradinate dal campo nella curva Nord con la sciarpa degli ultra laziali più di destra, gli Irrducibili. Indimenticabile resta però il caso dell’interista Rocco Palese, candidato del Polo delle libertà in Puglia, un interista che si fece fotografare a Bari con la sciarpa biancorossa. E così perse i voti dei leccesi.