la Repubblica, 14 giugno 2021
La battuta di Johnson sul premier italiano “Bravissimo, ma io non avrei salvato l’euro”
CARBIS BAY (INGHILTERRA) – «Buongiorno! Ma che bella giornata, ha visto?». La giovane first lady Carrie Symonds, anzi Carrie Johnson, saluta ed è raggiante: con un lungo vestito mango e occhiali da sole, è appena tornata da una camminata in spiaggia con in braccio il piccolo Wilfred, un anno d’età, sesto figlio ufficiale del primo ministro, di cui vediamo il volto sinora nascosto ai media: zazzera e lineamenti del viso sono identici a quelli di Boris Johnson.
Nel Carbis Bay Hotel & Estate, ultra- blindato resort a 5 stelle della dorata Cornovaglia, dove ieri si è concluso il G7, il primo ministro britannico ha invitato “Repubblica”, il “New York Times” e “Bbc” e altri cinque media britannici per la conferenza di rito post-summit, ristretta a pochi causa pandemia. Sono stati e saranno giorni intensi: dopo il vertice, oggi Johnson annuncerà il rinvio di un mese del ritorno alla normalità post Covid (fissato al 21 giugno) per l’esplosione della variante Delta del Coronavirus. Poi il vertice Nato, e di nuovo l’infinita Brexit, che ha fatto irruzione pure nel G7, con Johnson che ha minacciato di stracciare l’accordo sull’Irlanda del Nord. «Faremo di tutto per proteggere l’integrità del nostro Paese», ribadisce, dopo che Macron aveva provocato parlando di Irlanda del Nord «non parte del Regno Unito». Da “padrone di casa”, Boris Johnson loda i risultati ottenuti dal G7. Poi passa al dossier Italia.
«C’è una profonda special relationship tra Italia e Regno Unito, che si sta approfondendo sempre di più», spiega Johnson, «l’Italia è un incredibile partner e», rivela, «abbiamo appena firmato l’accordo bilaterale per i rapporti post Brexit, che regolerà sicurezza, tecnologia, commercio». Poi su Mario Draghi e l’ispirazione del suo «whatever it takes» che ora Johnson ripete sempre nelle difficoltà: «Ricordo quella sua frase che salvò l’euro, la sentii a Lancaster House, era il 2012. Non che io fossi necessariamente d’accordo nel salvare l’euro», scherza, «ma fu un successo incredibile. Mario è un economista straordinario, è un piacere assoluto ascoltarlo». «Durante il vertice», continua il primo ministro britannico, «Draghi ci ha illustrato qualcosa di fondamentale: come rilanciare le nostre economie, con dinamismo».
Ma Johnson nei mesi scorsi ha fatto un altro annuncio cruciale: la sua “Global Britain” post Brexit punterà decisamente sull’Oriente e sull’Indo- Pacifico, tanto che ha inviato un’intera flotta militare: «È la zona del mondo dove nei prossimi 20-30 anni vedrete la più dinamica crescita economica, dove il peso della classe media crescerà decisamente. Ora ci sono alcune tensioni nell’area», continua riferendosi alla Cina, «ma credo potremo placarle imponendo il rispetto delle regole internazionali nelle quali crediamo. E il Regno Unito, insieme ai partner del G7, Italia inclusa, è determinato a farlo».