la Repubblica, 10 giugno 2021
Biografia di Simonetta Matone
Simonetta Matone – e non suoni irrispettoso – è “quella di Porta a Porta”, Dipartimento Giustizia e Mali della Vita, specializzata in adozioni difficili, affidi controversi, violenza in famiglia, abusi ai minori, bimbi tolti alle mamme (pure rom), molestie, pedofilia, bullismo, revenge porn, stalking, femminicidio e altri consimili reati che purtroppo avvengono, però fanno audience anche a notte fonda. Da anni assiduo e rassicurante presidio sulle poltroncine bianche del salotto di Bruno Vespa; ai confini della tv del dolore, comunque prossima ai quattro favolosi – Cogne, Erba, Garlasco e Avetrana – con ritorni a cold case tipo via Poma, là dove il plastico dei fattacci rende scorrevole la comunicazione fra il peccato e lo spettacolo, il delitto e l’intrattenimento.
Questo, senza troppe infiorettature, sta alle spalle di Simonetta Matone, Sostituto Procuratore presso la corte d’Appello di Roma e tele-ospite fissa in tv: quanto di più odierno possa trovarsi sul mercato politico e forse anche al governo della polis.
Ciò detto, è una signora intelligente e altrettanto sorvegliata, provvista di un buon senso piuttosto tradizionale, se è consentito del genere andreottiano, ma senza battutine; efficace nell’interpretare con equilibrio il ruolo, la parte, il personaggio che il destino e la volontà le hanno assegnato nel gran teatro della vita: distacco e competenza, con un filo di umanità, dinanzi al perturbante vespiano e all’inesorabile efferatezza destinata agli insonni della terza serata.
L’esito è che è davvero molto difficile trovare qualcuno che parli male di lei, né ce ne sarebbe ragione, anche se sotto i riflettori le invidie fioriscono facili. Ha lavorato dapprima nelle carceri; poi a fianco del ministro socialista e grande avvocato Giuliano Vassalli; nel 2008 era già un volto noto, il che ha contribuito a farla diventare capo di gabinetto di Mara Carfagna alle Pari Opportunità, ma non deve essere andata così bene per cui è tornata a via Arenula, avendo come collega la sua amica Augusta Jannini in Vespa. È sposata, ha tre figli e un cane pincher di nome Gennarino, sembra abbastanza mordace, ma tale da figurare affettuosamente nel profilo (privato) di Instagram.
Sono quasi vent’anni che Matone volteggiava attorno alle elezioni, ma alla fine ha sempre detto di no, preferendo un presenzialismo tenace, ma veniale, fatto di convegni, premi, prime all’Opera, Galleria Borghese, vernissage Dolce&Gabbana, funerali Catricalà, cafonalini e cafonaloni, ma non cafonalissimi. Ogni tanto viene chiamata a fare, con piacere, la presidente del Tribunale in certi processi “storici” che i Vips si divertono a mettere in scena al teatro. Ha giudicato Pierfurby Casini, Nancy Dell’Olio, Davide Parenzo e Annalisa Chirico.