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 2021  giugno 10 Giovedì calendario

Biografia di Manuel Locatelli

Altro che il “mediano di spinta”, il “centrocampista” e la “mezzala di punta”, come recitava con impressionante regolarità l’album Panini negli anni 70. Categorie immutabili nel tempo, pensavamo. Invece non si contano neanche i modelli dei centrocampisti moderni: il pivote davanti alla difesa (Casemiro), il play classico (Modric), l’interno di regia (Kroos), l’incursore (Barella), il trequartista arretrato (De Bruyne)... e non è finita qui. La forza di Manuel Locatelli è poter ricoprire diverse posizioni e per questo è diventato preziosissimo per Mancini. Il quarto titolare. 
Equilibrio
Domani Locatelli prenderà il posto di Verratti nel debutto contro la Turchia, ma un giorno potrebbe sostituire Jorginho da centrale. La mediana azzurra è un triangolo irregolare nel quale i due registi spesso si affiancano, lasciando al terzo (Barella) la profondità: una sintesi ideale dell’immagine che ha di sé Locatelli. 
Come al Sassuolo 
«Nel Sassuolo mi trovo benissimo, imposto partendo a sinistra. Qui non è tanto diverso, mi piace perché posso dare più equilibrio dietro ma anche andare avanti con la palla e cercare la giocata». Locatelli è migliorato negli inserimenti, deve soltanto imparare a segnare di più e, parole sue, «non perdere concentrazione all’ultima giocata, come mi succede ogni tanto».
Rinascita De Zerbi
Locatelli è un giovane vecchio, ha ancora 23 anni e mezzo. Quello che ha conquistato la Nazionale è la versione 2.0, nata nelle ultime tre stagioni al Sassuolo dopo l’ascesa e la caduta dalla grazia nel Milan. Il debutto a 18 anni, aprile 2016, Brocchi allenatore, le stigmate da predestinato. Un ruolo nel quale cominciò a credere troppo, al punto, si sospetta, di perdere il contatto con la realtà. Da erede di Albertini a merce di cui liberarsi: prestito con obbligo di riscatto al Sassuolo, dove con De Zerbi è stato la svolta. Da centrale unico davanti alla difesa Locatelli s’è trasformato in un play totale che ama impostare abbastanza largo a sinistra e muoversi in orizzontale e verticale, lasciando pochi punti di riferimento agli avversari. La fisicità notevole, la buona tecnica e l’ottima visione di gioco (i lanci lunghi) lo rendono un centrocampista moderno sul quale la Juve ha messo gli occhi da tempo. Un anno fa, per risparmiare 30 milioni, hanno dato a Pirlo una squadra senza “un” Pirlo. Oggi costerà di più ma, senza, anche Allegri farà fatica.
Azzurro “oranje”
Con l’Italia domani sarà la presenza numero 11 (con un gol segnato). Debutto da sogno in Olanda, la partita più bella della vita nel successo più importante del ciclo di Mancini. Delle nove partite ufficiali post lockdown, da settembre 2000, ne ha giocate otto, dal 1’ e subentrato, centrale e mezzala. Una riserva,sì, ma molto titolare.