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 2021  giugno 10 Giovedì calendario

Biografia di Enrico Michetti

Stefano Costantini, la Repubblica
Il programma è vago quanto ambizioso: Roma torni Caput Mundi. Ecco, sono queste le prime parole di Enrico Michetti, 55 anni, avvocato, fondatore del “Sistema Gazzetta amministrativa”, tribuno radiofonico e da ieri ufficialmente in corsa per il Campidoglio per conto del centrodestra. Il primo commento a caldo, dopo l’investitura, l’affida proprio a Radio Radio.
Non a caso. Da cinque anni da quei microfoni arringa i romani discettando di tutto, dalla politica ai guai di Roma. Un intervento pieno di entusiasmo, il suo, che di questi tempi non è da sottovalutare, vista la penuria di vocazioni. Per trovare uno disposto a misurarsi nella corsa al Campidoglio ci sono voluti mesi di trattative fra Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia: alla fine ce l’ha fatta proprio lui, quello che Giorgia Meloni ha definito il Mr Wolf dei sindaci. Gli altri alleati non erano proprio convinti, tanto che correrà in tandem con la magistrata Simonetta Matone, sponsor Salvini. Comunque sia, non sarà facile neppure per Mr Wolf – se vincesse - rimettere le cose a posto in questa città devastata. Michetti non è il tipo che si scoraggia, nonostante un paio di gaffe clamorose che nelle scorse settimane sembravano averlo azzoppato ancor prima di iniziare. Le aveva sparate grosse.
A cominciare dalla pandemia definita «un’influenza, sulla quale si è fatto un programma di governo che altrimenti non avrebbe ragione di esistere». E il vaccino? È come il doping praticato un tempo nei paesi dell’Est. Infine la dichiarazione no vax dritta per dritta, al grido di «non siamo delle cavie». Salvo poi, capito l’errore, correre ai ripari vaccinandosi con tanto di foto resa pubblica. Ma «sia chiaro – aveva detto a scanso di equivoci - rispetto chi non se lo fa». L’altro inciampo è stato forse peggiore, quello che invitava a riesumare il saluto romano, ma solo perché «più igienico in tempo di Covid».
Insomma, sul fronte sanitario le idee sono molto precise e sugli obiettivi pure: tornare agli antichi fasti, alla Roma dei Cesari, ritrovare lo spirito di San Paolo sulla via di Damasco, «Civis romanus sum». La retorica è quella che t’aspetti, che solletica un elettorato di destra molto vasto nella Capitale. Tanto grande da garantire, almeno secondo i sondaggi, a qualunque candidato di arrivare al ballottaggio. Su come fare a ricostruire l’Impero però Michetti non si sbilancia ancora.
Avrà tempo, ma non parte da zero. Perché nel suo sterminato curriculum si legge che fra il 2005 e il 2007 ha insegnato all’università di Cassino in un corso denominato «studiare da sindaco». Già folgorato con una premonizione?

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Nello Trocchia, Domani
«Non lo conosco», ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri di Enrico Michetti. Ma anche Gasparri è tra le decine di politici che hanno dato lustro alla rivista scientifica diretta da Michetti. L’avvocato amministrativista è stato scelto ieri come candidato sindaco del centrodestra a Roma, voluto da Fratelli d’Italia, partito che da mesi si riunisce alla presenza di Michetti per discutere dei problemi della capitale alla presenza della sorella di Giorgia Meloni, Arianna.
Da avvocato amministrativista, Michetti ha difeso regioni e comuni, costruendo una rete di rapporti intorno alla società Gazzetta amministrativa srl che, insieme alla fondazione omonima, ha attirato le attenzioni, in tre delibere, dell’autorità anti-corruzione Anac.
Gazzetta amministrativa srl è controllata da Holding p.a, una srl in liquidazione di proprietà di Valentina Romani, al 20 per cento, e di Enrico Michetti che detiene l’80 per cento e che risulta anche liquidatore. «Gazzetta amministrativa srl e Fondazione sono distinte e nella prima Michetti non ha alcun ruolo, i documenti consultati non sono aggiornati», dice lo staff dell’avvocato.
Domani ha scoperto però una segnalazione dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia che riguarda la srl. Nel 2013, gli ispettori di via Nazionale segnalano alcune movimentazioni tra Gazzetta amministrativa srl di Michetti e i conti personali dell’avvocato «senza alcun motivo giustificativo». Il 3 agosto 2011 dal conto societario Michetti effettua un bonifico di 150mila euro verso il suo conto corrente personale. La provvista «deriva da un mandato di pagamento da parte del consiglio regionale del Lazio di euro 270mila ricevuto dalla società il 6 luglio 2011». Tra il 28 settembre 2011 e il 12 marzo 2012, Michetti effettua 4 bonifici per 74mila euro verso la società dal proprio conto personale e senza addurre «causali giustificative esaurienti bensì generiche», si legge nel documento dell’Uif. «L’avvocato ha più volte sostenuto economicamente la società», dicono dallo staff di Michetti.
Oggi Michetti si dedica unicamente alla presidenza della fondazione che mette a disposizione ai soci la rivista scientifica e altri servizi. Sulla rivista si alternano nomi che misurano la rete di Michetti. Dal comitato istituzionale sono passati, tra gli altri, un decennio fa, il centrista Lorenzo Cesa, l’ex comunista Pietro Folena, il forzista Maurizio Gasparri, il leghista Giancarlo Giorgetti, ma anche l’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti. La rivista che ha avuto anche un consiglio scientifico dove per anni, fino al 2013, c’era Luca Palamara, oggi radiato dalla magistratura.
Nella direzione, oltre a Enrico Michetti, figurano Pasquale De Lise, ex presidente del Consiglio di stato, Franco Bianchi, Roberto Miccù e Alfredo Contieri. Filippo Patroni Griffi, attuale presidente del Consiglio di stato, è stato membro onorifico del comitato dei saggi della rivista insieme ad altri magistrati contabili.
C’è un altro capitolo che riguarda i rapporti con i ministeri. Il primo viene firmato, nel 2010, da Enrico Michetti, come presidente della Gazzetta amministrativa, e da Renato Brunetta, allora come oggi al dicastero della Pubblica amministrazione. Un altro protocollo d’intesa – gratuito – viene sottoscritto nel 2013 quando ministro è proprio Filippo Patroni Griffi. Nel 2016 c’è il patto con il ministero della Cultura, guidato da Dario Franceschini, senza oneri. Michetti stringe accordi anche con Enea, agenzia nazionale per le nuove tecnologie; con l’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni; con la presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento Affari regionali...
Tutti hanno bisogno del supporto di gazzetta amministrativa, ma non tutti i protocolli sono gratuiti. Alcuni finiscono al vaglio dell’Autorità nazionale anticorruzione, in tre delibere, firmate da Raffaele Cantone, all’epoca a capo dell’Anac. La prima delibera riguarda la regione Lazio e i contratti con Gazzetta amministrativa srl nel periodo 2008-2014. L’autorità anticorruzione ha inviato gli atti alla Corte dei conti per verificare l’eventuale danno erariale: «Non risulta sia stata espletata un’indagine di mercato volta a verificare se vi fossero altri operatori economici in grado di offrire la stessa prestazione», si legge nella delibera. Il consiglio regionale del Lazio, «ha affidato senza gara un appalto di servizi in assenza dei presupposti giustificativi che legittimano l’affidamento diretto», si legge nella delibera Anac del luglio 2018. Un’altra delibera ha riguardato la regione Basilicata che, nel 2015, ha dato quattro affidamenti a Gazzetta amministrativa s.r.l. per 800mila euro, sempre senza gara. La regione ha sospeso tutto ma il Tar ha dato ragione alla srl perché non era fissato un tempo alla sospensione.
L’ultima delibera riguarda l’azienda sanitaria locale di Tivoli, in provincia di Roma, che si è affidata alla Fondazione gazzetta amministrativa per la vendita dei beni dell’ex Pio istituto. La convenzione del 2016 costava 90mila euro. L’anticorruzione ha contestato, sempre all’ente locale, la violazione della legge sui contratti pubblici sotto soglia. La vicenda si è chiusa con la revoca della convenzione, fanno sapere dallo staff di Michetti. Tutti hanno bisogno dell’avvocato, ora anche le destre che vogliono riprendersi la capitale.