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 2021  giugno 10 Giovedì calendario

Daria Navalnaya, 20 anni, ha preso il posto del padre

Tale padre, tale figlia. Daria Navalnaya, ventenne figlia dell’oppositore russo ha debuttato ieri al posto del padre al 13° “Summit for Human Rights and Democracy” di Ginevra, evento che precede il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. “Non toppare il tuo primo appuntamento internazionale, mi ha detto papà in una lettera”, ha scherzato Daria nel suo intervento mentre ritirava il “Moral Courage Award” 2021 assegnato a suo padre. “Sono fiera di mio padre, oggi ci dovrebbe essere lui qui. Ma è in galera perché lotta per una Russia libera”. Il tempismo è perfetto. Mosca sta facendo piazza pulita di ogni oppositore in vista delle elezioni parlamentari di settembre e a finire nel mirino non sono solo i fedelissimi di Navalny che possono dire addio a qualsiasi tipo di carriera politica. Vladimir Putin venerdì scorso ha infatti firmato la legge che vieterà a chi ha militato o sostenuto un’organizzazione estremista-terrorista l’accesso alle elezioni per cinque anni. E proprio in queste ore il tribunale di Mosca sta decidendo se il movimento di Navalny sia un’organizzazione terroristica. Ma le “purghe” non finiscono qui. Andrei Pivovarov, ex direttore di Open Russia, il movimento fondato dall’ex oligarca Mikhail Khodorkovsky, è stato incriminato ieri. Intanto a lasciare la Russia, negli ultimi 14 anni sono stati 120 mila esuli politici. Per chi resta, ci sono le purghe, se non l’avvelenamento, come nel caso del poeta e giornalista Dmitry Bykov che secondo Bellingcat sarebbe stato vittima di un tentativo di avvelenamento stile Navalny da parte degli agenti dell’Fsb. Fra i pochi russi a opporsi all’annessione della Crimea nel 2014, Bykov si era sentito male all’aeroporto di Ekaterinburg, da dove era atterrato da Novosibirsk, nell’aprile del 2019. Al suo arrivo era stato ricoverato in ospedale dove era stato cinque giorni in coma farmacologico e curato per cause imprecisate.