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 2021  giugno 09 Mercoledì calendario

LA RESA DEI CONTI NEL M5S CI SARA' SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - SE CONTE E BONAFEDE SONO SULLE BARRICATE, DI MAIO APRE AL PIANO DEL MINISTRO CARTABIA - COSA ACCADRA' SE LA "CORRENTE" DI LUIGINO DOVESSE METTERE IN MINORANZA LA LINEA CONTE-BONAFEDE-TRAVAGLIO E DARE L'OK ALLA RIFORMA? - L'AVVOCATO DI PADRE PIO CERTIFICA LA FINE DELL'ALLEANZA STRUTTURALE PD-M5S E MANDA UN PIZZINO A SUPERMARIO: "IL M5S È LEALE CON DRAGHI PERCHÉ È LEALE CON L’ITALIA". TRADOTTO: ALLA PRIMA OCCASIONE, TI FACCIAMO FUORI... -

Quel che il governo Draghi deve affrontare, come dimostra il caso Anac con lo scontro di potere con il presidente Giuseppe Busia, grande amico di Conte, è la graduale sostituzione dei residuati del "contismo", lasciati in eredità dal precedente governo. Archiviati Vecchione e Arcuri, altri seguiranno.  

Anche perché il M5s, nel frattempo, ha cambiato il proprio baricentro. E' molto diverso da quello che in tre anni di governo, prima giallo-verde poi giallo-rosso, ha piazzato le sue pedine. Dal partito con il gilet giallo e anti-Ue si è passati al "Conte punto di riferimento dei progressisti" con il M5s europeista e di governo. Ora ennesima giravola: il Movimento ha mollato la linea Bettini, dell'alleanza organica al Pd, per sposare quella di Bonafede-Travaglio che punta alla resa dei conti finale dopo il "Conticidio" (nel frattempo Bettini, scaricato dall'Avvocato di Padre Pio, si è vendicato appoggiando il referendum sulla giustizia voluto da Salvini e dai radicali).

Nelle sue ultime interviste, Giuseppe Conte ha certificato la nuova rotta del "suo" Movimento: l'asse tra Pd e grillini, anche a seguito delle difficoltà emerse nella scelta dei candidati per le elezioni amministrative, è solo un fastidioso ricordo. La frase pronunciata a "DiMartedì" (“Il M5s è leale con Draghi perché è leale con l’Italia"), fa capire che SuperMario, agli occhi di Conte, non è un totem inattaccabile ma solo una panacea temporanea. Al momento opportuno, si può anche scaricare. Senza troppi sensi di colpa.

Lo spartiacque per la stabilità interna del Movimento sarà la riforma della Giustizia a cui sta lavorando Marta Cartabia, che dovrebbe essere presentata entro la fine di giugno. Se Conte e Bonafede hanno sguainato le baionette (soprattutto sul tema della prescrizione), Luigi Di Maio, come riporta oggi il "Sole 24 Ore", ha aperto totalmente al piano dell'ex presidente della Corte Costituzionale: "Bisogna fare provvedimenti importanti per ridurre i tempi della giustizia". Ma i vertici M5s dovranno discutere, prima di dare l'ok definitivo.  E cosa accadrà se, riuniti in assemblea, l'ala grillina fedele a Di Maio dovesse mettere in minoranza quella di Conte-Bonafede-Travaglio? "Giuseppi" accetterà mai di essere, di fatto, sfiduciato prima ancora di prendere le redini del partito?

Ps: come mai Conte vuole a tutti i costi Chiara Appendino, da sempre vicina a Di Maio, come sua vice? E' un modo per rendere Luigino "corresponsabile" delle sue scelte? E' una concessione alla sua "corrente" per averlo più vicino? Ah, saperlo…

Carmine Fotina per “il Sole 24 Ore”

Portata a casa la partita delle semplificazioni e della governance, per l'attuazione del Recovery plan (Pnrr) ora il governo mette in primissima fila la giustizia. Lo spiega il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, ribadendo che per sfruttare davvero le risorse del Pnrr l'Italia è obbligata a completare entro le scadenze e secondo il cronoprogramma del piano il processo delle varie riforme promesse alla Commissione europea.

«Non c'e tempo da perdere, il Dl semplificazione e governance è stato il primo passo ma bisogna fare ancora provvedimenti importanti per ridurre i tempi della giustizia in modo importante soprattutto nel ramo civile».

La stessa partita delle semplificazioni in realtà richiederebbe riflessioni ulteriori. Del resto «la sovrintendenza "unica" prevista nel decreto - dice Di Maio - vale solo per i progetti del Pnrr» ma ci sono strozzature nei processi autorizzativi che si potrebbero definire quasi strutturali, sedimentatasi negli anni e inerenti anche l'iter di progetti che esulano dal piano che contiene le risorse Next generation Eu.

Il titolare della Farnesina cita il bisogno dell'Italia, in vista degli obiettivi del Piano nazionale energia e clima, «di installare in tre anni 70 gigawatt di potenza fotovoltaica a fronte di un ritmo che nel recente passato, tra Via, Vas e sovrintendenze, è stato di 700 megawatt all'anno». Nella conversazione con il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini - nel corso dell'evento Made in Italy-setting a new course di Sole 24 Ore, Ft e Sky Tg24 - Di Maio si è soffermato su alcuni numeri relativi alla riposta data finora dalle aziende alle misure di aiuto per le esportazioni.

«I 5,5 miliardi di euro del Patto per l'export sono stati utilizzati per il 67% da aziende che non avevano avuto accesso a questi strumenti in passato». In particolare, il Fondo 394 per l'internazionalizzazione gestito dalla Simest, più volte rifinanziato negli ultimi mesi, alla riapertura delle sportello ha fatto registrare 8mila domande in 36 ore. Di Maio, come il ministro dello Sviluppo Giorgetti, ritiene concreti i primi segnali di ripresa economica che si registrano sia sul fronte delle esportazioni sia per gli ordinativi domestici.

Segnali accompagnati anche dalla riapertura di alcune rotte aeree strategiche per il turismo e il commercio internazionale come gli Stati Uniti e Dubai, «e intanto lavoriamo per aprirne altre». Nei radar della Farnesina ci sono anche le opportunità di investimento per le nostre aziende nell'ambito dei progetti di ricostruzione e rilancio economico della Libia, oggetto nei giorni scorsi di un business forum a Roma.

In senso inverso, invece, vanno ora concretizzate le iniziative annunciate sulle politiche di attrazione di nuovi investimenti dall'estero anche mediante la definizione di «un interlocutore unico», poteri ampliati per il tutor che accompagna gli investiori ed il lavoro dei nuovi uffici Ice all'estero, «portati da 19 a 26», dedicati a questa attività.