Corriere della Sera, 9 giugno 2021
Il sesso dei supereroi
Loki, il dio dell’Inganno, fratello e nemico di Thor, figlio di Odino è gender fluid. A Loki, interpretato da Tom Hiddleston, è dedicata una nuova serie TV che debutta oggi su Disney+. Gli appassionati dei fumetti sanno che la sessualità di Loki ha sempre avuto contorni incerti e che Odino lo aveva definito «mio figlio che è anche mia figlia». Ora però siamo all’ufficialità del nero su bianco di un documento mostrato nell’ultimo trailer. La clip infatti si chiude con l’inquadratura di un file sull’antagonista di Thor nel quale si legge fluid in corrispondenza della voce che ne definisce il sesso.
Per Disney, che nel 2009 ha acquistato i diritti dell’Universo Marvel, è un passo in una direzione molto distante dalla politica che la casa di Topolino ha adottato sin dai tempi dalla sua fondazione. Nessuna rappresentazione esplicita, al limite messaggi sottotraccia. Certe canzoncine, della Sirenetta per esempio, e certi personaggi (una su tutti Ursula, ispirata a una famosa drag-queen) mostravano un mondo senza dirlo.
Le cose stanno cambiando. Oltre a Loki e alla sua carta di identità, la Batwoman della tv americana è bisessuale. Ed è in arrivo Eternals diretto dalla regista premio Oscar per Nomadland Chloé Zhao. Angelina Jolie e Salma Hayek sono interpreti di una razza immortale aliena venuta in soccorso dell’umanità. Nel film uno dei protagonisti con superpoteri (interpretato da Brian Tyree Henry) è gay, ha un marito e ha un figlio.
Dunque più attenzione alle tematiche LGBTQ+ non solo per Disney ma più in generale per il mondo dei fumetti. Siamo ad anni luce di distanza dal 1954 quando i disegnatori si erano imposti l’autocensura a seguito dell’uscita di un libro, La seduzione degli innocenti, dello psichiatra Frederic Werthman. Nel libro l’autore teorizzava l’influenza negativa dei fumetti sulla sessualità dei giovani lettori, arrivando ad asserire che la forza e l’indipendenza di Wonder Woman suggerivano che fosse lesbica, mentre l’amicizia di Batman e Robin poteva «stimolare i bambini in direzione di fantasie omosessuali». Venne così creato il Comics Code, codice di autoregolamentazione delle strisce, e poi la CCA, Comics Code Authority, il cui compito era vigilare sui messaggi dei fumetti. Gli americani dunque avevano creato una vera forma di autocensura che è durata sino a una ventina di anni fa.
Nei primi anni 2000 Marvel abbandona il sistema e nel 2012, con l’albo Astonishing X-Men, viene disegnato il primo supereroe apertamente omosessuale, Jean-Paul Beaybier/Northstar, sposo a New York dello storico fidanzato Kyle Jinadu. La concorrente DC Comics si è adeguata una decina di anni più tardi ma ora ha recuperato. Nel 2015 ha pubblicato un albo in cui Catwoman si innamora e bacia una donna. Prima di allora Selina Kyle era stata sempre rappresentata come primo amore – nonché nemica – di Bruce Wayne, ovvero Batman.
Arrivando ai giorni nostri, la guerra dell’inclusione combattuta fra i due colossi dei fumetti si è conclusa con la celebrazione, da parte di Dc Comics proprio in questo mese, del Pride Month, con copertine arcobaleno mentre Marvel ha risposto con la creazione del primo Captain America gay. Secondo Joshua Trujillo, autore della serie The United States of Captain America, Aaron Fischer, tatuato, con i capelli rasati e il piercing, è «ispirato agli eroi della comunità queer, agli attivisti, ai leader e alle persone comuni che si battono per i diritti degli omosessuali».
Fra le pagine dei fumetti e le trasposizioni cinematografiche e tv però c’è ancora di mezzo un mare di cautele. Nonostante la dichiarazione sui documenti ufficiali di Loki, gli autori alla presentazione della serie non hanno voluto parlare dell’argomento e anche altri personaggi che sulle strisce hanno comportamenti più delineati, sullo schermo glissano.
È il caso di Deadpool, interpretato da Ryan Reynolds. Nel fumetto è rappresentato come pansessuale ma nei due film a lui dedicati la sua sessualità non è precisata. Anzi, è stato Reynolds a dichiarare che sì, vorrebbe che nel terzo film in lavorazione Deadpool esplorasse con coraggio la sua identità: «Penso assolutamente – ha detto Ryan – che questo universo debba iniziare a rappresentare e riflettere il mondo come realmente è».