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 2021  giugno 09 Mercoledì calendario

Biografia di Filippo Paradiso

È difficile capire chi realmente sia e che lavoro faccia l’avvocato Piero Amara senza partire da quello che la procura di Potenza, con una fortunata definizione, definisce “il suo relation man”: il poliziotto Filippo Paradiso. «Appartengo – racconta Paradiso agli inquirenti – alla Polizia. E a seguito di una terribile esperienza giudiziaria, una condanna in omicidio in primo grado e assoluzione in appello, sono sempre stato comandato presso varie segreterie particolari». Paradiso sciorina un elenco: «Ho lavorato con Rocco Buttiglione, Paolo Bonaiuti, Saverio Romano, Mario Catania, Nunzia De Girolamo, Maurizio Martina (…) Con il governo Conte sono stato assegnato alla segreteria del ministro Salvini e poi in quella del sottosegretario Sibilia. Ho prestato servizio anche presso la segreteria del presidente del Senato, Elisabetta Casellati».
Paradiso, insomma, conosce tutti e tutti conoscono Paradiso. Sono proprio quelle relazioni istituzionali che lo rendono indispensabile per Amara, tanto da metterlo a libro paga. Paradiso è il primo ad aprirgli le porte del Csm. Palazzo dei Marescialli, agli occhi dell’avvocato siciliano, è core business: la possibilità di nominare magistrati amici è manna per i suoi affari. Lo fa a Siracusa. E a Taranto. I contatti di Paradiso sono molteplici. Maria Elisabetta Casellati, ma non solo. L’avvocato Giuseppe Calafiore, sodale di Amara, racconta di contatti «con Luca Palamara, con i componenti del Csm, Forciniti (Marco, togato di Unicost, ndr) e Paola Balducci (Paola); gli onorevoli Francesco Boccia e Luca Lotti; l’imprenditore Bacci, vicino alla famiglia Renzi. Sia Boccia che Bacci, sentiti sul punto – si legge nell’ordinanza – confermavano che Paradiso si era interfacciato con l’onorevole Boccia e che Bacci aveva conosciuto Capristo tramite Paradiso».
La presidente del Senato racconta che fu Gianni Letta a chiederle di accogliere nel suo staff Paradiso. E che non ricorda di aver interloquito con lui né della nomina di Longo né di quella di Capristo. Circostanze, che però, sostiene la Procura di Potenza, troverebbero riscontro in atti d’indagine e dichiarazioni. Casellati racconta anche che il primo incontro con Paradiso avvenne grazie a un prete, don Aldo Bonaiuto. Lo stesso citato da Amara negli ormai famosi verbali sulla presunta loggia Ungheria come il motivo di incontro con Capristo e Paradiso. In quei verbali Amara sosteneva di essersi mosso con Lotti per sponsorizzare la nomina di Capristo.
Restando al Csm, secondo quanto ricostruiscono i pm di Potenza, Amara aveva contatti diretti con Cosimo Ferri, allora deputato Pd, ma soprattutto potente leader di Magistratura indipendente, «che incontrava anche in presenza di Denis Verdini». E, per il tramite di Centofanti, con il solito Palamara. Un «sistema di lobbing potentissimo» lo definisce il gip di Potenza, in grado anche di «schiacciare» quello di Palamara. «Su Capristo si dicono cose pessime» scriveva in un messaggio l’ormai ex magistrato a un amico, dopo la nomina a procuratore di Taranto. «Ma purtroppo – aggiungeva Palamara – troppe cose mi hanno schiacciato», «evidentemente alludendo al “peso” delle pressioni ricevute».