Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  giugno 09 Mercoledì calendario

Danieli accende il laminatoio da 500mila tonnellate d’acciaio

POZZUOLO DEL FRIULI (UDINE). Mezzo milione di tonnellate di capacità di laminazione nuova di zecca installata sul mercato. Abs, il player siderurgico controllato dal gruppo Danieli, investe con convinzione nelle opportunità del mercato dell’acciaio italiano ed europeo. Una scelta che rafforza la dimensione del Friuli Venezia Giulia come «hub» nazionale per l’acciaio: il nuovo impianto di Abs – sul territorio sono attivi anche altri big come Pittini e in misura minore Marcegaglia, o grandi utilizzatori come Cimolai – si affianca ad altri attesi investimenti di Arvedi su Trieste, e dell’operatore ucraino Metinvest, che si prepara ad avviare a Muggia un impianto di lavorazione di bramme in coils, in collaborazione proprio con Danieli. «Entro luglio il cda ucraino delibererà sul progetto: l’impianto potrà produrre circa 2,4 milioni di tonnellate, con la possibilità di salire a 4 milioni» ha spiegato ieri il presidente del gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti confermando anche di essere al fianco di Arvedi nell’investimento nelle linee a freddo di Trieste.
Nell’attesa il gruppo mette in vetrina il nuovo impianto di Abs, presentato alla presenza del presidente della Regione Massimiliano Fedriga e del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, collegato in video. Il laminatoio, inaugurato ieri dopo molte settimane di test, produce vergella di con un diametro di 5-25 mm. È un investimento da 190 milioni per un prodotto, ribattezzato Qwr (quality wire rod) 4.0, legato soprattutto all’auto (sospensioni, viti motore, bielle e cuscinetti. A completamento del piano, un magazzino automatico da 12mila tonnellate.
Nel frattempo, l’azienda ha riavviato Sisak, l’acciaeria controllata croata, per la quale si prevede un progetto di alimentazione al 100% solare; l’obiettivo è aumentare volumi e fatturato di Abs nei prossimi anni. «Negli ultimi 10 anni – ha detto l’ad di Abs, Stefano Scolari – abbiamo investito 980 milioni in tecnologia e nuovi prodotti, ma anche in sostenibilità, riducendo i consumi del 20%. Il progetto Qwr si inserisce in questo percorso. È un impianto unico, ed è uno dei pilastri di un percorso di crescita supportato da un piano di investimenti da 200 milioni già deliberato, con l’obiettivo di incrementare in Abs la produzione del 40%, oltre i 2 milioni di tonnellate, con ricavi per 1,4 miliardi. La presenza territoriale di Danieli (2,803 miliardi di fatturato per 62,9 milioni di utile nell’ultimo esercizio) alimenta una supply chain di oltre 500 imprese in regione e, ha ricordato Anna Mareschi Danieli, vicepresidente di Abs e presidente di Confindustria Udine, si poggia su solidi presupposti «circolari», con nuovi progetti già avviati per analisi e trattamento attivo del rottame e per il riciclo nei processi (sconfinando anche nella nutraceutica, con la produzione di spirulina, capace di «abbattere» la co2).
Al dinamismo del polo friulano e triestino in campo siderurgico («stiamo sorpassando Brescia» ha dichiarato con orgoglio la vicepresidente Camilla Benedetti) fanno da contrasto le difficoltà che, in altre aree d’Italia, rallentano la ripartenza dell’ex Lucchini e la rimessa in carreggiata dell’ex Ilva di Taranto; due vicende nelle quali Danieli è pronta, anche in questo caso, a giocare il suo ruolo. «Il nostro progetto per la riconversione resta valido – ha detto Gianpietro Benedetti -, resto convinto che possa accelerare le scelte di ambientalizzazione del Governo». E su Piombino il presidente ha annunciato di essere al lavoro, con altri player del Nord Italia, per creare un consorzio con la mission di realizzare un impianto di preriduzione. «Il percorso di decarbonizzazione europeo porterà all’aumento del costo del rottame – ragiona Benedetti -: un impianto di Dri da 2,5-3 milioni di tonnellate, con un prezzo del gas calmierato, potrebbe aiutare sia i produttori a forno elettrico, sia il rilancio di Piombino, nel quale il consorzio potrebbe in seguito avere un ruolo attivo, una volta finalizzato il riassetto proprietario con Jsw».