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 2021  giugno 09 Mercoledì calendario

Periscopio

La forzata ambiguità di Conte (garantista e giustizialista in pari misura) dove troverà il suo punto di approdo? Bruno Vespa. QN.
Si riaccendono le passioni su due ideologie morte, sepolte e condannate dalla storia. Il comunismo è stato un sogno di riscatto per milioni di oppressi: ma laddove è stato realizzato si è rivelato un incubo. I fascismi di tutt’Europa, secondo gran parte della storiografia, nacquero come reazione al dilagare del bolscevismo: sappiamo cosa hanno prodotto. Il tribunale della storia ci dice che nel Novecento hanno vinto le democrazie. Ma perché l’Italia non riesce ad archiviare quella stagione? Sembriamo condannati a un’eterna e sterile divisione. Pierfrancesco De Robertis. QN.

Un giorno Roberto Martinelli e Antonio Padellaro ci spedirono da Roma la lista degli iscritti alla loggia P2. Fui incaricato di passarla in tipografia. C’erano dentro tutti: Angelo Rizzoli, Silvio Berlusconi, lo stesso Di Bella. A ogni nome mi rivolgevo al capo: che faccio? «Va’ a chiederlo al direttore». E questi: «Apri parentesi e scrivi: “Ha smentito”». Marzio Breda, quirinalista del Corriere della sera (Stefano Lorenzetto). L’Arena.

Moro era detestato dagli Stati Uniti e dall’Urss. Puntava a rompere il patto che aveva retto il mondo a partire dalla Conferenza di Jalta del 1945. Il suo disegno era l’approdo del Pci a una democrazia compiuta. Se si fosse avverato, il Muro di Berlino sarebbe caduto con 10 anni di anticipo. Gianni Fontana, dc, ex ministro dell’Agricoltura (Stefano Lorenzetto), l’Arena.

La situazione politica attuale ricorda quella cinquecentesca: equilibri internazionali poco definiti (allora la pulsione egemonica francese a cui rispose l’affermarsi di Carlo V, l’incombere dell’impero ottomano fresco della conquista di Costantinopoli; oggi la Brexit, l’involuzione russa, la crescita dell’influenza di Pechino e le spinte islamiste), gli effetti da globalizzazione (allora la scoperta dell’America, oggi l’ingresso della Cina nella storia mondiale); le mutazioni antropologico-culturali (allora l’esplosione della Riforma protestante, oggi l’incalzante destrutturazione della morale naturale), le grandi trasformazioni tecnologiche innanzi tutto nel campo della comunicazione (oggi internet, allora l’invenzione della stampa da parte di Johannes Gutenberg) e della finanza. Lodovico Festa. Studi Cattolici.

Vedo troppa improvvisazione. E la tendenza a utilizzare l’emergenza come alibi per non affrontare i problemi di lungo respiro. È urgente ad esempio intervenire sugli assetti costituzionali del Paese. Ma questo richiede un pensiero politico e forze in grado di sostenerlo: entrambi evanescenti. Non è una situazione nata di recente, da trent’anni viviamo una decadenza morbida. Rino Formica, ex minjstro delle Finanze, socialista ai tempi di Craxi, 94 anni (Maurizio Caversan). La Verità.

Perché i verbali del caso Ungheria, di cui tutti parlano e che stanno circolando nelle redazioni, non sono stati ancora pubblicati almeno in parte dalla stampa? Perché una volta tanto la stampa ha osservato la legge, che ne vieta la pubblicazione, a maggior ragione quando la loro provenienza è così ambigua. Purtroppo, però, questo principio non è mai stato rispettato, e quindi c’è il ragionevole sospetto che questa cautela, non sia dovuta tanto al rispetto della legge, quanto a considerazioni di opportunità. Qui ognuno può trarne le conclusioni che crede, e tutte sono verosimili. Carlo Nordio, ex procuratore aggiunto a Venezia (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.

Il Potere pubblico nasce dal popolo che glielo conferisce. Poi però si stacca da quest’ultimo e vive di vita propria. Si origina così il Palazzo, come lo chiamò lo scrittore Pier Paolo Pasolini, intendendo l’insieme della politica, dei partiti e degli organi costituzionali. Giancarlo Perna, Il Ring - Cinquant’anni di risse tra i Poteri. Guerini e Associati.

Talleyrand, trionfando a Vienna su chi voleva vendetta, riparazioni di guerra e vantaggi territoriali, assicurò all’Europa quasi un secolo di pace. Cent’anni più tardi, a Versailles, la lezione del Congresso di Vienna fu dimenticata e la pace che mise la Germania alla fame inaugurò il secolo delle guerre totali per il dominio del mondo. Potere, l’ultimo nodo della trilogia, uscì pochi mesi prima della morte di Guglielmo Ferrero. Riflessione sui cesarismi, Potere è il capolavoro teorico, filosofico e letterario di Ferrero. «Primo bene dell’umanità», scrisse Gina Ferrero Lombroso nella prefazione al libro, «è per Ferrero la liberazione dalla paura. Buoni governi sono quelli che non hanno paura e non ne incutono ai loro sudditi». Diego Gabutti. Informazione corretta.

Nel centenario della nascita di Patricia Highsmith, voglio ricordare la talentuosa maestra dell’inquietudine, creatrice di un mondo «claustrofobico, nel quale ogni volta entriamo con una sensazione di pericolo personale, con il capo mezzo girato all’indietro, persino con una certa riluttanza», come disse di lei uno dei fuoriclasse riconosciuti del business, Graham Greene, un po’ il suo contraltare maschile, che con quella dichiarazione di fatto le concesse il visto per l’ingresso nella nazione dei grandi crime writers. Maurizio Pilotti. Libertà.

Il 25 luglio 1943 Eugenio Corti apprende dalla radio le dimissioni di Mussolini: «Per me il fascismo era finito da un pezzo: la causa del dissidio tra me e il mio amico Bellini, alla partenza per la Russia, era stata appunto l’esposizione da parte mia di questa idea». Scioperi in diverse città, soprattutto a Milano. Rientra a Bolzano e viene assegnato al Reparto servizi. L’armistizio dell’8 settembre 1943 è segnato dal disordine in caserma, che ben presto si svuota. Diffida dei partigiani, che inizialmente chiama «patrioti». Eugenio ha già deciso di raggiungere gli Alleati in Puglia, l’alleato tedesco ora è il nemico. Con un viaggio rischioso, in parte in treno ma soprattutto a piedi, arriva in Puglia. Gli inglesi sono superciliosi, ma presto anche i soldati italiani diventano commilitoni. Eugenio Corti, Diari, edizioni Ares (Cesare Cavalleri), Studi Cattolici.

Ho avuto la fortuna di avere un editore, Elisabetta Sgarbi, che mi ha sempre trattato come autore di successo anche quando non lo ero. E a scuola avevo conosciuto Giovanni Veronesi, il regista, e con lui suo fratello Sandro, che era andato a Roma e provava a scrivere. Sandro è magnetico oggi e lo era ancora di più da ragazzo. Leggeva i miei racconti, m’incoraggiava. Edoardo Nesi, scrittore (Candida Morvillo). Corsera.

Nessuna camicia è così nera da non poter diventare rossa, gialla, verde. Roberto Gervaso.