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 2021  giugno 08 Martedì calendario

Intervista a Simone Tartarini. Il coach di Musetti si lamenta perché l’Italia non aiuta i giovani sportivi con la maturità

 Il clan Musetti lascia il Roland Garros e riparte per l’Italia con un mix di emozioni agrodolci, per vari motivi. Anche extra sportivi.
Simone Tartarini, come coach di Musetti dovrebbe essere soddisfatto.
«Lo sarei di più se non ci mettessero ostacoli imprevisti, che sanno anche di beffa».
A cosa si riferisce?
«Al fatto che mentre Lorenzo giocava contro Djokovic, in Italia sua mamma – Sabrina – ha ricevuto la telefonata dalla scuola che ha rinviato il giorno della Maturità».
Vero: Lorenzo ha chiuso la sua conferenza stampa informandoci che avrebbe dovuto sostenere l’esame. E invece?
«Noi avevamo concordato con la scuola una data, in funzione di Wimbledon. E invece il commissario esterno ha fatto sapere di non essere disponibile per quel giorno».
E quindi?
«Succede che Musetti non giocherà tornei prima di Wimbledon, per cui davvero non riesci a goderti un momento».
Che maturità deve sostenere?
«Lingue, a Cecina. Poi la scuola dovrebbe aiutare lo sport, ma lasciamo stare...».
Già. Torniamo al Roland Garros e a questa giornata con la sua meravigliosa illusione.
«Eh, vederlo due set avanti mi ha riempito il cuore. A conferma di tutti i recenti cambiamenti positivi fatti, anche come comportamenti personali».
Intanto il mondo intero ha scoperto Musetti.
«Perché è bello da vedere, ti piace anche quando perde. Il suo stile mette d’accordo tutti. E io sono felice di questo, pian piano si realizza il percorso cominciato otto anni fa».
Restano un po’ di rimpianti.
«Certo, ripensando all’inerzia del match, che era nelle mani di Lorenzo. Ma non solo: è stato bello vedere il pubblico lo sosteneva. O ricordare il match con Cecchinato, ritenuto da molti uno dei più belli del torneo, con la gente dispiaciuta di non poter entrare nel campo perché era piccolo».
Voi vi eravate già allenati con Djokovic.
«Sì, sia a Montecarlo che a Roma».
E com’erano state le sensazioni?
«I ragazzi avevano fatto un set, sempre a favore di Lorenzo. Ma devo dire che il clan Djokovic eccelle nel fair play: dopo il match ci hanno fatto i complimenti, e questa è stata una gratificazione.
Ma ci è chiaro che la strada è ancora molto lunga».