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 2021  giugno 08 Martedì calendario

C’è sempre qualcuno più complottista di te


«L’idea di una cospirazione globale – a opera di gesuiti o massoni, di un’internazionale di capitalisti o di un’internazionale di ebrei o comunisti – è un fenomeno familiare in molti paesi nel corso di tutta la storia moderna»: così scriveva nel 1965 lo storico e critico Richard Hofstadter, nel suo seminale saggio Lo stile paranoide nella politica americana. Prima riassunto in una conferenza a Oxford giusto nei giorni dell’assassinio del presidente Kennedy, novembre 1963, poi anticipato dalla rivista Harper’s un anno dopo e infine pubblicato nel 1965, il pamphlet di Hofstadter è ora meritoriamente tradotto da Francesco Pacifico, per la Adelphi di Roberto Calasso.
Scelta di tempo, quasi 60 anni dopo, perfetta perché mai come oggi l’idea che il mondo sia dominato, in gran segreto, da complotti occhiuti e misteriosi, dove pochi avidi strateghi manovrino gli uomini semplici, è diffusa. Bill Gates è untore di pandemie per inoculare chip di controllo ai nuovi schiavi. Intelligenza Artificiale e cibi transgenici ci mutano in zombie. La tecnologia 5G germina Covid- 19 da Wuhan a Milano. Ciascuno di noi conosce il collega e la collega, perbene, carini e affidabili, persuasi a sorpresa che il presidente Biden sia un fantoccio eletto con frodi, la xylella faccia ammalare ulivi secolari grazie agli spray tossici dei miliziani Monsanto in tuta bianca, i radar militari uccidano i contadini in Sicilia con raggi macabri.
La vulgata alla moda attribuisce disinformazione e fede nei complotti ai social media che, minando il consenso delle nostre comunità, lasciano attecchire odio e paranoia online. Hofstadter confuta, in sole 91 pagine, queste elucubrazioni correnti sul web e in qualche ateneo, rievocando la storia antica della paranoia di massa. Assai prima di Facebook, Google e del presidente Trump buttato fuori da Twitter, l’inventore stesso del telegrafo, S.F.B. Morse, denuncia nel 1835: «Esiste una grande cospirazione… e i suoi piani sono già in moto…» dei cattolici austriaci guidati da Metternich contro gli Stati Uniti. Tocca quindi ai massoni, ai comunisti, agli ebrei, i neri, gli islamici il ruolo di congiurati contro gli Stati Uniti, raccolti secondo il credo centrale allo “stile paranoide” in politica: «L’esistenza di una rete internazionale di cospiratori vasta, insidiosa e straordinariamente efficace, il cui scopo è perpetrare atti di carattere… diabolico».
Hofstadter, scomparso nel 1970 dopo anni alla Columbia University e due premi Pulizter, scrive come leggesse i blog, Facebook, le catene di disinformazione Made in Russia, Cina e Iran, disegnando l’identikit del complottista che, per rendere credibile il suo mondo parallelo, lo nutre di erudizione, fonti ufficiali distorte, siti grotteschi, bugie. L’odio verso il “nemico”, accusato di ogni nefandezza, è assoluto, vedi la falsa suora Maria Monk che nel 1836 pubblica un pornografico libello anticattolico, protagonisti preti e suore libertini, salvo poi morire in prigione, arrestata in un bordello, mentre il suo bestseller impazza. Ossessiva è, di conseguenza, la caccia al traditore tra le proprie fila, perché i complottisti son persuasi dell’onnipotenza del nemico e quindi diffidano di tutti, frantumandosi in sette sempre più ridicole, ma non meno perniciose.
Irresistibilmente il lettore, scorrendo il testo di Hofstadter, vedrà balzargli davanti, inquietanti, i fantasmi delle nostre cronache, le calunnie nei titoli, i magistrati “paranoici”, i talk show “paranoici” dall’urlo facile, le campagne di diffamazione, che dagli Usa all’Unione Europea, inquinano le democrazie e rendono dialogo e consenso impossibili.
Gli storici hanno dibattuto Lo stile paranoide nella politica americana, dai giorni di Kennedy e del candidato repubblicano di destra Barry Goldwater, fino a Trump e al golpe mancato il giorno dell’Epifania 2021 a Washington, criticandolo per eccessiva fiducia nei valori dell’Illuminismo o denunciando i meriti di alcune campagne marchiate da Hofstadter come “complotto”. Tuttavia, rileggere queste sue pagine vi rincuorerà. La trama della disinformazione affonda le radici indietro nei secoli, ma alla fine, pazienti, verità, ragione, tolleranza l’hanno sempre scalzata, lasciando indietro, ammutoliti, attoniti, magari irriducibili ma sconfitti, i militanti dell’odio.