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 2021  giugno 08 Martedì calendario

Valentino dice addio alle pellicce


L’addio alle pellicce e alla linea Red (Romantic Eccentric Dress) di Valentino non cambierà solo l’orizzonte stilistico della maison. C’è anche un risvolto produttivo e occupazionale nella scelta, dettata dalla volontà di concentrarsi sulla sostenibilità e sull’haute couture (le collezioni più esclusive, di alta moda). Rinunciare alla pelliccia significa che Valentino Polar, dal 2018 di proprietà della maison romana, dove lavorano 43 persone e che ha sede a Milano, concluderà la produttività a fine del 2021. La decisione di non produrre e commercializzare più capi e accessori della linea Red Valentino dall’autunno-inverno 2023-24, toccherà invece coloro che operano nei siti in cui viene prodotta: 117 lavoratori, secondo quanto riferiscono Filctem, Femca e Uiltec.
Si tratta, quindi, di una scelta che tocca circa 160 lavoratori. Dalla maison spiegano che, dopo il primo incontro con le segreterie nazionali del 18 maggio, stanno aspettando dai sindacati una data per avviare il negoziato e identificare e attuare tutte le misure più appropriate e funzionali a minimizzare gli impatti e i disagi per i lavoratori, ferme restando le tempistiche. Il concetto fur free è oggi allineato ai valori dell’azienda, che, proprio per questo, sta avanzando velocemente nella ricerca di materiali che consentano una maggiore attenzione all’ambiente. Nella strategia della maison c’è inoltre la volontà di concentrare i messaggi su un solo brand per poter sostenere una crescita più organica. «La strategia del marchio nasce da un presupposto imprescindibile: Valentino è nata e continuerà a essere una Maison de couture – si legge in una nota –. Un luogo dove la maestria acquisita nel passato si unisce alla contemporaneità per disegnare scenari futuri». Se le ragioni industriali sono chiare e indiscutibili, non è ancora chiaro come verranno affrontate le ricadute occupazionali L’incontro di maggio è stato solo l’inizio della discussione: ieri c’è stata la protesta a Roma, in piazza San Silvestro, di Filctem, Femca e Uiltec per ribadire, spiega Catia Sergianni, responsabile regionale di Roma e Lazio del tessile Uiltec, che esiste «un unico modo di intendere le buone relazioni industriali e questo innanzitutto prevede rispetto dei ruoli: la Rsu è l’unica figura atta a comunicare con i lavoratori».
La notizia dell’evoluzione organizzativa è infatti arrivata nelle scorse settimane attraverso una breve comunicazione ai sindacati e una mail inviata a tutto il personale. Da parte del sindacato non vi è tanto la contestazione di scelte dettate da responsabilità ambientale, come quella di sospendere la lavorazione delle pellicce, ma di scelte dove, per ora, non si intravede una soluzione per i 160 lavoratori coinvolti. Questo, dicono Filctem, Femca e Uiltec, «mette in difficoltà tante famiglie per un’operazione che, per come è stata gestita fino ad oggi, sembra essere solo una questione d’immagine. Riteniamo che chiudere uno stabilimento e chiudere un’intera linea di produzione, senza dare alternative di riconversione professionale o di ricollocazione occupazionale, sia una scelta inaccettabile e come tale irricevibile». È da qui che dovrà partire la trattativa.