Il Messaggero, 7 giugno 2021
Tutti i predellini di Berlusconi
I predellini del Cavaliere sono quattro. Questo è l’ultimo – «Con Salvini andrà meglio che con Fini, lui oltre ad essere milanista è una persona leale e soprattutto simpatica», assicura Berlusconi ai suoi – e non sarà facile farlo funzionare il predellino di adesso.
È improbabile, per esempio, che Giorgia Meloni, contraria alla svolta del tandem Silvio-Matteo, faccia come Fini. Il quale prima rifiutò il predellino del 2007 da cui sarebbe nato il Pdl, dicendo «siamo alle comiche finali», e poi vi aderì di malavoglia. E l’unione non resse. «Gianfranco si sveglia tardi e preferisce fare le immersioni subacquee piuttosto che lavorare», era il giudizio del Cav, che poi avrebbe rincarato la dose: «È un traditore». E comunque.
Il 18 novembre 2007, domenica, ore 18, a Milano, in piazza San Babila, a 71 anni Silvio sale sul predellino della sua auto e arringa i presenti: «Oggi nasce ufficialmente il nuovo grande partito del popolo delle libertà. Anche Forza Italia si scioglierà in questo movimento. Invitiamo tutti a venire con noi contro i parrucconi della politica». Poche parole che passeranno alla storia. In realtà quello del 2007 fu il secondo discorso del predellino, perché il primo va considerato a tutti gli effetti – anche se non c’era la Mercedes nera ma la telecamera con la calza – quello del gennaio 94, ossia la discesa in campo nel «Paese che amo». In pochi dettero grande credito ai due predellini, annunciati a 13 anni di distanza. Ma Berlusconi era SuperSilvio e il giorno dopo lo show di San Babila riempie a Roma il Tempio di Adriano, decreta la fine di Forza Italia e saluta la nascita della creatura unitaria del centrodestra: «Si chiamerà Partito della libertà o Popolo della libertà».
L’ANTI SINISTRA
Il battesimo ufficiale del Pdl sarebbe avvenuto nel 2009, dopo la caduta del governo Prodi e la vittoria contro la sinistra veltroniana del centrodestra già di fatto partito unico (curiosità: la Meloni ora anti-predellino era quarta nella lista unitaria nel collegio Lazio 2 ma poi nel 2013 avrebbe fondato FdI). E dunque predellino uno, predellino due, ma anche predellino tre. Il Pdl dura poco. Fini ne fa parte, dopo aver cambiato idea ed essersi messo con un doppio carpiato al fianco del leader che anni addietro lo aveva sdoganato ma che il capo di An non aveva mai sopportato. Nel 2013 lo scioglimento del Pdl e prima lo scontro continuo con Fini (il «che fai, mi cacci?» è dell’aprile 2010 e nel luglio 2010 nasce Futuro e libertà). Il terzo predellino è insomma il ritorno di Forza Italia nel 2013, senza Alfano, Cicchitto e tanti berlusconiani della prima ora, e Berlusconi celebrò «il ritorno nella nostra culla del 93, per diventare ancora più grandi e più forti che mai».
Ma un predellino con la retromarcia è difficile che funzioni e infatti così è stato. Anche per effetto della decadenza del leader dal Senato e di tutte le altre vicende, non escluse quelle dell’età che avanza. Il quarto predellino, annunciato in queste ore, sarà un successo come il primo del 93 o un mezzo successo come il secondo del 2007 o un insuccesso come quello del 2013? Molti scommettono sul flop (il predellino triste y final, lo chiamano o anche il predellino-Canossa ovvero la resa a Salvini) ma guai a dimenticare che Silvio è uno stupor mundi e il fiuto politico non gli ha quasi mai fatto difetto. Quel che è certo è che il quarto è un predellino all’incontrario.
FATTORE CARROCCIO
Non sono gli altri ad andare da lui ma lui ad andare verso la Lega. È Salvini che annette, in chiave anti-Meloni, mentre il predellino vero del 2007 recava il segno dell’egemonia berlusconiana non solo sulla destra ma sull’intero quadro politico. Tanto che Fini dovette accodarsi, al contrario di Casini che ribadì il punto: «Non siamo un partito in vendita». Il saggio Gianfranco Rotondi, che è sempre stato dalla parte di Silvio, infatti la vede così: «Il nuovo partito forzaleghista sarà solo un incrocio di convenienze dettato da due paure. Quella di Salvini di essere superato da Meloni e quella di FI di uscire dal campionato». In ogni caso, il predellino numero 4 è diverso dal suo parente più famoso – quello del 2007 – perché quella volta Bossi lascio fuori la Lega. Stavolta invece il Carroccio offre un passaggio al Cavaliere. E conoscendo il tipo, con Silvio ci sarà ancora da divertirsi.