il Fatto Quotidiano, 6 giugno 2021
Dai teletubbies al Ku Klux Klan, la teoria dei complotti
Prendiamo i Teletubbies, i teneri e colorati pupazzi della tv amati dai bambini. Il più famoso di loro, quello viola, Tinky Winky, ha spesso con sé una borsetta pur essendo un maschietto. Per taluni si tratta di propaganda gay occulta, un tentativo di instillare la teoria del gender nei più piccini. Ecco una tra le più strampalate cospirazioni che Errico Buonanno censisce nel suo Non ce lo dicono. Teoria e tecnica dei complotti dagli Illuminati di Baviera al Covid-19 (Utet). Lo scrittore e autore Rai – nella sua rincorsa dall’antica Roma fino alla campagna vaccinale di oggi – racconta ogni trama segreta consapevole che “nessuna prova contraria o dimostrazione razionale potrà convincere i dietrologi che il Grande Complotto non sia vero.” Per restare nel mondo dei cartoni animati come disilludere coloro che vedono nel cappuccio bianco dei Puffi un chiaro rimando al Ku Klux Klan o alla massoneria? Per non parlare di chi ravvisa nel Grande Puffo, con la sua barba bianca, lo spettro di Marx. L’autore ci scherza su: “Lavoratori di tutto il mondo, puffatevi!”. Come trattenere un moto di ilarità passando in rassegna le teorie complottiste sulle celebrità? Jim Morrison non è mai morto, si sarebbe fatto una plastica facciale e sarebbe ritornato sulle scene sotto le mentite spoglie di Barry Manilow; Paul McCartney sostituito da un sosia pure lui dopo essere rimasto decapitato in un incidente stradale nel 1996. O ancora: come non notare che cantanti come Adele o Rihanna fanno sfoggio di occhi sui loro album? Non sarebbero che riferimenti all’occhio onnisciente, simbolo massonico. Sarà che “bisogna trovare un’intenzionalità dietro il caos” ed ecco che per esempio davanti a un pericolo sanitario serve un capro espiatorio. Bill Gates è il regista occulto della pandemia con l’obiettivo ultimo di iniettarci attraverso il vaccino un microchip e controllare chiunque attraverso un software. “Serve un disegno razionale che ci fornisca la ragione di ciò che di bello o di brutto ci accade”, ergo impossibile credere allo sbarco sulla Luna del 1969 (solo un film girato per conto della Nasa nientemeno che da Kubrick). La paranoia macina qualsiasi tema: il David di Michelangelo non è altro che un uomo pietrificato con tecniche speciali; dietro al catalogo della casa editrice Adelphi si nasconde una sorta di piano per aprire le porte all’Anticristo; il gruppo Bilderberg – il think tank che riunisce i big della politica e della finanza – prepara una carestia mondiale attraverso la creazione di cibi Ogm per distruggere l’umanità. “Che cosa importa se tutto ciò non si verificherà mai? Il complottismo avanza tramite affermazioni che non possono essere smentite dai fatti, ma che hanno il potere di diventare vere per il solo fatto di pronunciarle, come formule magiche.” Nel corso dei secoli, dal Monita Secreta (falso opuscolo contro i Gesuiti accusati di tramare per il dominio mondiale ordito da uno studente gesuita del Seicento per vendicarsi di una bocciatura in teologia) agli Illuminati di Baviera (contro-complotto anch’esso fittizio di una massoneria segreta per controllare il potere. Nella versione contemporanea gli Illuminati sono extraterrestri rettiliani, alias tutti i potenti che governano il mondo: lucertoloni con fattezze umane che bevono sangue fresco), la dietrologia ha sempre avvelenato i pozzi. L’aberrazione è nei Protocolli dei Savi di Sion, ennesimo falso contro gli ebrei e strumento imperituro di persecuzione. “L’idea che qualcuno stia complottando nell’ombra è antica quanto l’umanità. L’uomo ha bisogno di nemici, e quei nemici, per essere tali, non devono essere semplicemente cattivi: devono sempre incarnare la quintessenza della malvagità.” Si racconta che Metternich, quando venne a sapere della morte dell’ambasciatore russo, commentò: “Quali saranno state le sue motivazioni?”. Buonanno smonta tutte le macchinazioni della storia senza mai dimenticare che “diffidare dei complotti non significa negare che il mondo sia complesso”.