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 2021  giugno 06 Domenica calendario

Seid non si è ucciso per il colore della pelle. Lo dice il papà

“Mio figlio non si è ammazzato perché vittima di razzismo. È sempre stato amato e benvoluto”. Le parole di Walter Visin, padre adottivo di Seid, smentiscono il possibile collegamento del 20enne e un suo post pubblicato su Facebook alcuni anni fa. Venerdì l’associazione “Mamme per la pelle”, che si batte contro le discriminazioni razziali, aveva rilanciato il messaggio dell ragazzo – morto suicida nei giorni scorsi – che a quanto dicono i genitori risale al 2019. “Sento sulle mie spalle, come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone per il colore della mia pelle”. Parole riprese dal Corriere della Sera, che hanno indignato l’Italia, complice anche il fatto che l’associazione l’aveva presentata come la “lettera d’addio” del ragazzo. In realtà, già alla mezzanotte di ieri, “Mamme per la pelle” ha modificato il post, aggiungendo che la lettera era stata scritta “alcuni mesi fa”. Ma non è bastato.
La notizia è diventata subito virale, corredata dal fatto che Seid avesse un passato da calciatore nelle giovanili di Inter, Milan e Benevento, prima di far ritorno a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. “Fu uno sfogo, era esasperato dal clima che si respirava in Italia. Ma nessun legame con il suo suicidio, basta speculazioni”, ha spiegato il padre. Un giovane di sani principi, con una famiglia vicina, che condivideva le battaglie contro le disuguaglianze, razzismo e omofobia. Cos’abbia spinto a compiere un gesto così estremo, resta ancora ignaro. “Non voglio parlare delle questioni personali di mio figlio. Dico solo che era un uomo meraviglioso”, ha detto il padre. Solare e brillante, con un talento innato per il calcio, si trasferire sotto la Madonnina per giocare nelle giovanili di Inter e Milan.
“L’ho conosciuto a Milano, vivevamo insieme in convitto – racconta Gianluigi Donnarumma, portiere della Nazionale –. Abbiamo affrontato insieme tutte le difficoltà di chi a 14 anni lascia la propria famiglia e la propria casa per inseguire un sogno. Era un amico, un ragazzo come me”. Una breve esperienza con il Benevento, prima di lasciare il calcio professionistico per dedicarsi allo studio. L’ultima partita l’ha giocata con l’Atletico Vitalica, piccola squadra di calcio a 5 di Sarno, che lo ricorda come un “talento enorme dal cuore fragile”.