Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  giugno 05 Sabato calendario

Fuoco, la risorsa che distrugge

Il fuoco è un pericolo e insieme una risorsa, distrugge e protegge. Prometeo nel mito ruba il fuoco a Zeus per consegnarlo agli uomini. Il fuoco sarà un dono ambivalente e pericoloso che partecipa insieme del divino – potenza e distruzione – e nel contempo uno strumento per emanciparsi dal mondo dominato dagli dei. Tra i riti più antichi ci sono quelli che riguardano il fuoco con la loro natura ambivalente, scrive Eliade. Da un lato il fuoco dà calore, nutrimento e vita, dall’altro contiene la potenza annientatrice degli dei che s’abbatte sugli uomini e li incenerisce. James Fraser in I miti dell’origine del fuoco mostra il valore simbolico di questo elemento. I primi uomini hanno così prodotto le tecniche fondamentali: cucina, metallurgia, ceramica, vetrificazione. Ed è anche decisivo per domesticare piante e animali. Quando è cominciato tutto questo? I paleontologi hanno trovato tracce della presenza di focolari in Asia 400.000 anni fa all’epoca dell’Homo erectus, e anche in Francia, Ungheria. L’addomesticamento del fuoco presuppone, secondo Leroi-Gourhan, la postura eretta e l’abitudine all’uso delle mani: con i cibi cotti si libera la bocca dalla funzione di manducazione, di lacerazione e trasporto dei cibi, per cui, secondo il paleontologo francese, si sviluppa la parola e il linguaggio. Il fuoco permette, attraverso la cottura, la prima conoscenza intima della materia, da cui discende lo stesso pensiero filosofico: la fisica e la filosofia nascono in cucina. Il timore induceva alla custodia rituale del fuoco e ai riti apotropaici per tenerlo sotto controllo: non poteva estinguersi e nel contempo non doveva sfuggire dalle mani degli umani. Già all’epoca della glaciazione di Mindel, gli uomini mantenevano nelle loro abitazioni un focolare per scaldarsi, illuminare la notte e difendersi dagli animali selvaggi. La grande novità che introduce il fuoco è il progresso psichico: va prima pensato e poi usato. Lo sviluppo tecnologico per la studiosa Catherine Perlès non è solo un fatto tecnico, ma mentale. L’Australopiteco possedeva tutti gli elementi per utilizzarlo, traendolo dai fuochi spontanei provocati da fulmini o da autocombustioni, però non aveva la struttura mentale per sfruttarlo. Gaston Bachelard ci ricorda in La poetica del fuoco che nella ricerca del fuoco funziona una sorta di sessualità sublimata, un impulso di verticalità psichica. Tutta la letteratura dalle origini, da Esiodo e Eschilo sino a Gabriele D’Annunzio, mostra questo elemento d’impulso sessuale, che si coglie nelle metafore legate all’amore e alle pulsioni profonde degli esseri umani. Il fuoco non serve solo per cucinare – la carne cotta è più digeribile di quella cruda, più sicura e fornisce le proteine adatte a sostentarci. Per migliaia e migliaia d’anni non esistevano che lampade fornite di grassi animali per rischiarare le tenebre, per consentire forme di socialità intorno al fuoco, dove nasce la stessa narrazione attraverso il racconto delle vicende di caccia. Senza il fuoco non ci sarebbe la letteratura. Per cui, rispetto agli altri tre elementi presocratici – aria, terra, acqua –, il terribile distruttore è quello che sembra averci fornito la maggior forza per diventare quello che siamo. Nel minacciarci ci ha comunque permesso di impratichirci in quasi tutte le tecniche di sopravvivenza: siamo figli del fuoco. Anche le religioni necessitano del fuoco: Hestia è la divinità del focolare. Le città continueranno a bruciare per millenni perché edificate con il legno. Certo la deforestazione del Pianeta è l’effetto della nostra consuetudine con il fuoco, ed è solo da pochi secoli che abbiamo sostituito quel combustibile con altri estratti dalle viscere della Terra, e non meno pericolosi. L’immagine stessa dell’universo e della stella che alimenta la nostra vita ogni giorno, il Sole, è quella di un fuoco immenso e terribile che arde nel cielo e che tra un miliardo, o poco più, d’anni arriverà sino da noi con tremende conseguenze.