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 2021  giugno 05 Sabato calendario

Più foreste e città ancora più grandi

I cinghiali a passeggio sulla spiaggia fra i telimare, i flaconi di olio solare e le riprese stupefatte dei telefonini; il capriolo vaga da un’isola all’altra nuotando nella laguna di Venezia; l’orso marsicano investito in Abruzzo. Gira la carta: nel 2019 nuove coperture artificiali hanno occupato altri 57,5 chilometri quadri d’Italia, in media diventano capannoni posteggi strade tettoie case circa 16 ettari d’Italia al giorno. Gira la carta, in Italia le foreste sono sempre più vaste e sono arrivate a 11,4 milioni di ettari, il 40% della superficie nazionale; ma segnali simili vengono dai satelliti che rilevano un aumento delle foreste e delle aree verdi in Cina e India.
Nella Giornata mondiale dell’ambiente proclamata dall’Onu, dal 1972 ogni 5 giugno il mondo (degli uomini) cerca di capire dove sta portando in modo inconsapevole il resto del mondo (non umano). La Giornata di quest’anno è dedicata al “ripristino degli ecosistemi”, cioè come prevenire, fermare e invertire i danni inflitti dall’uomo agli ecosistemi del pianeta, cercando di passare da sfruttatori a medici della natura. Molti possono essere gli indicatori per leggere lo stato di salute del Pianeta (per esempio le emissioni di CO2, ora pari allo 0,04% dell’aria; oppure la presenza di inquinanti nei mari). Un indicatore sicuro è l’antropizzazione, cioè dove l’uomo cambia il territorio con le sue attività e dove invece lo restituisce all’habitat. 
L’uomo si sposta
La pressione dell’uomo aumenta oppure cala? Soprattutto, si sposta. Ormai più della metà della popolazione mondiale, il 54%, vive in città, e soprattutto nelle 23 megalopoli del mondo come Città del Messico o il Cairo, nel continuum urbano della costa atlantica degli Stati Uniti o nella fascia costiera del Giappone, e abbandona alla natura altre aree.
Che cosa è accaduto? È accaduta la “rivoluzione agricola” impostata negli anni ’40 dal geniale e sconvolgente agronomo e ambientalista statunitense Norman Borlaug. L’agricoltura moderna odiata da alcuni permette di avere raccolti molto più abbondanti e meno costosi da molta meno terra coltivata da molte meno persone. 
Più e meno cemento
È (quasi) scomparsa quell’Italia popolata di decine di milioni di contadini poveri che si spezzavano la schiena nel bracciantato del latifondo oppure sui terrazzamenti e sugli orti di collina per magri raccolti di sussistenza. I figli dei contadini sono in città, le terre coltivate si sono concentrate nei luoghi in cui le colture possono essere meccanizzate, e sono state abbandonate vigne, pascoli e orti, diventati boschi popolati da animali selvatici a ridosso delle città. Al tempo stesso asfalto, semafori, calcestruzzo, condutture, recinzioni, pali della luce, ripetitori dei telefonini, fabbriche hanno occupato aree pianeggianti.
Nel 2019 l’Ispra ha rilevato un consumo di suolo più feroce in Veneto, in Lombardia e nelle pianure del Nord. L’attività costruttiva è intensissima lungo le coste siciliane, in Salento, attorno a Roma, lungo la costa adriatica dal Po a Otranto.
L’uomo disbosca (in aumento i tagli di alberi nella foresta amazzonica, anche se per fortuna è ancora lontana la strage di alberi in Brasile nel 2003-2005) e al tempo stesso rimbosca. Le foreste europee sono in espansione. Negli ultimi trent’anni l’aumento è stato del 9% e nel 2020 hanno raggiunto i 227 milioni di ettari, un terzo del continente. Il fenomeno è più accentuato in Italia dove le foreste negli ultimi 80 anni sono quasi raddoppiate (+75%). 
Buone idee
L’avvicinarsi della fauna selvatica diventa un pericolo per gli animali e per l’uomo. Gli urti di veicoli contro grandi animali ormai sono molto ricorrenti tant’è che in Abruzzo anche il direttore del parco nazionale, Luciano Sammarone, collabora con imprenditori e naturalisti alla ricerca di soluzioni, come sottopassi per animali, per evitare che le nuove strade e infrastrutture immaginare dal Pnrr per la ripresa si possano trasformare in trappole per la fauna vagante, come i tranquilli orsi marsicani.
Terna, la Spa guidata da Stefano Donnarumma che gestisce l’alta tensione, finanzia un piano di forestazione per la pregiata riserva naturale dello Zingaro (Trapani), la cui macchia mediterranea era stata quasi del tutto devastata da un incendio, e per l’area protetta del Po vercellese-alessandrino. 
Il consorzio Nesoi, guidato dall’azienda italiana Sinloc, ha selezionato 28 progetti per la transizione energetica delle isole europee che saranno finanziati con 3,2 milioni per ridurre l’impatto ambientale dei consumi energetici. Sono risultate vincitrici la Sicilia con Catania, Messina, Lipari e Salina, e la Sardegna, con Cagliari e Carloforte, sull’Isola di San Pietro. Fra gli altri progetti vincitori, spiccano anche in Adriatico i progetti per Curzola, Cherso-Lussino e Veglia in Croazia.