Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  giugno 04 Venerdì calendario

Einstein e il sionismo


La fiera libraria di Abu Dhabi, malgrado le difficoltà legate alla pandemia, è stata un successo. Forse anche perché, tra gli stand antiquari è stata offerta una lettera di Albert Einstein del 1929 che testimonia il tormentato rapporto del grande fisico con il sionismo, un aspetto della sua biografia su cui gli storici tuttora si interrogano. Proprio mentre si gettano faticosamente le basi del nuovo stato di Israele, Einstein da Berlino avverte l’intellettuale ebreo viennese Heinrich York-Steiner che il sionismo è l’unica via affinché il popolo ebraico raggiunga «un senso di comunità» e «una degna esistenza», ma non può «degenerare in un cieco nazionalismo».
Esistono altre missive einsteiniane sul tema ma questa, dattiloscritta e firmata (prezzo 45 mila euro), ha un peso particolare per il suo destinatario: York-Steiner era un ardente collaboratore del grande sionista ante litteram Theodor Herzl, cuore pulsante dell’intellighenzia viennese. Autore di L’arte di vivere da ebrei, pamphlet provocatorio e amaro, al momento della lettera York-Steiner, co-organizzatore del primo congresso sionista a Basilea, era nella combattiva fazione di Zeev Jabotinsky, e negli anni Trenta sarebbe emigrato e morto nel futuro Israele (mentre Einstein vi si recò solo una volta, nel decennio precedente). Einstein quindi, invitando a «sostituire il risentimento verso gli arabi con la comprensione psicologica e un sincero desiderio di cooperazione», sa bene quale accoglienza troveranno le sue parole. Un’avvisaglia dei rapporti non facili che il padre della relatività avrà anche con personalità di primo piano come Chaim Weizmann o Kurt Blumenfeld, e delle sue fortissime oscillazioni davanti all’idea d’identità nazionale, fino a rinunciare alla presidenza di Israele offertagli da Ben Gurion. Nella capitale degli Emirati i collezionisti hanno trovato molti “oggetti del desiderio” selezionati per la clientela locale, in cui abbondano i good spenders (un Corano raro e antico si vende tranquillamente sui 70 mila Euro). Ad esempio la prima stampa completa in lingua originale delle Mille e una Notte, datata 1835 (285 mila euro), i rapporti top secret di Lawrence d’Arabia (45 mila euro), le relazioni sui paesi del Golfo redatte dallo spionaggio inglese nei primi del Novecento (150 mila euro) o infine una mappa delle riserve petrolifere saudite ricostruita nel 1957 dal governo israeliano (7500 euro).
Come queste rarità, la lettera di Einstein è stata portata ad Abu Dhabi dalla Inlibris del viennese Hugo Wetscherek, ex enfant prodige del libro antico che vanta ormai uffici in tre continenti e un portfolio di lettere e autografi da capogiro (Schubert, Proust, Kafka, Rossini, Marx, Flaubert, Napoleone, Newton, Churchill, Tolstoj, Garibaldi, Mata Hari, Dickens, Rousseau, Hemingway, Mozart, Chaplin, Balzac, Kant, Bismarck, Stalin, Beethoven e altri).
A seconda delle caratteristiche, vanno dal costo d’un appartamento in centro a meno di mille euro: appendere in salotto un pezzo di Storia, a volte, è alla portata di tutti. Non è una sorpresa che Inlibris abbia sede a Vienna: qui la biblioteca nazionale austriaca possiede la più straordinaria collezione di autografi, ereditata – tout se tient – da altro grande scrittore e intellettuale ebreo che con la scuola di pensiero sionista ebbe un rapporto ricco e complesso: Stefan Zweig.