La Gazzetta dello Sport, 4 giugno 2021
I premi degli Europei di calcio
Non sono premi da Champions, ma neanche da buttare. Soprattutto dopo che l’effetto Covid ha “tagliato” il fatturato del torneo e, di conseguenza, il montepremi per le 24 finaliste. Sul tavolo sono rimasti 331 milioni. La squadra che conquista l’Europeo mette nelle casse federali minimo 26,5 milioni. Possono diventare 28 e spiccioli vincendo le tre partite del gruppo. I milioni dovevano essere di più, ma il virus ha colpito ancora.
Alle squadre -11%
Lo spostamento del torneo di un anno, gli spettatori al 25-30% del totale... Qualcosa necessariamente è andato perso. Era previsto un montepremi di 371 milioni, si scende invece a 331 (-11%). Sarà comunque record. Nel 2016 la somma totale era stata 301 milioni. Se ripensiamo al 1996 – quando alle 16 finaliste furono distribuiti 55 milioni – ci rendiamo conto di come il calcio sia cresciuto a ritmi vertiginosi negli ultimi 25 anni.
Premi 2021
C’è un minimo assicurato per ogni squadra qualificata (9,25 milioni). No ranking storico, no market pool: più vai avanti, più guadagni. Ogni vittoria nei gruppi dà un milione, ogni pari mezzo milione. Gli ottavi valgono 1,5 milioni, i quarti 2,5, le semifinali 4. Entrare in finale assicura 5 milioni, il campione ne aggiunge altri 3. Chi vince tutte le partite del gruppo arriva a 28,25 milioni (nel 2016 il Portogallo campione ne prese 25,5). Guadagnano anche i club, a titolo di “partecipazione agli utili”, in base al periodo in cui saranno impegnati i loro giocatori. Circa 200 milioni da dividere tra i 624 convocati.
Italia: 70 milioni
Dal 1996 a oggi l’Italia ha incassato in totale 71 milioni (qualificazione 2021 compresa). Solo quattro nazionali hanno guadagnato di più: Portogallo (85,7), Spagna (80,7), Germania (78,2) e Francia (74,6). Prima del ‘96 niente premi. L’Euro fatturava infatti cifre minime: 6,9 milioni di franchi svizzeri nel 1988 e 28,3 milioni nel 1992. Proprio un’altra epoca.