Avvenire, 4 giugno 2021
I batteri immuni al virus
È inattaccabile dai virus perché non capisce il loro linguaggio e non può aiutarli a replicarsi, costringendoli a soccombere: il batterio sintetico inattaccabile dalle infezioni ottenuto nei laboratori britannici del Medical Research Council e descritto sulla rivista Science apre la strada alla possibilità di ottenere microrganismi dal patrimonio genetico modificato da trasformare in fabbriche di farmaci come antivirali, antibiotici o antitumorali, oppure di nuove plastiche biodegradabili. È la prima realizzazione del sogno della biologia sintetica inaugurata quasi 20 anni fa da uno dei pionieri del sequenziamento del genoma umano, Craig Venter. Se quei risultati sapevano di fantascienza, il batterio resistente ai virus è qualcosa di tangibile. Ad essere stato modificato è uno dei batteri più comuni, l’Escherichia coli: oltre agli aminoacidi che esistono in natura, i ’canonici’, il suo codice genetico è stato arricchito
utilizzando per la prima volta aminoacidi che in natura non esistono (’non canonici’).
Coordinati da Wesley E. Robertson e da Jason W. Chin, i ricercatori hanno modificato i pacchetti nei quali è organizzata l’informazione genetica. Quando il virus entra nella cellula non trova nessun aiuto per replicarsi e l’infezione non avviene. Secondo Chin batteri come questi possono essere trasformati «in fabbriche programmabili e rinnovabili di molecole con nuove proprietà e che possono portare benefici alla biologia e alla medicina grazie alla produzione di nuovi farmaci», come antivirali, antibiotici e farmaci anticancro.