Corriere della Sera, 3 giugno 2021
Neri nei panni di bianchi, baci saffici e sceneggiatura di piombo. Perché l’Anna Bolena di Channel 5 non è piaciuta
Le scelte coraggiose non bastano ad assicurare il successo. Lo sceneggiato «ispirato dalle verità e le bugie» sulla vita di Anna Bolena che nelle settimane prima dell’esordio sul piccolo schermo britannico aveva fatto discutere per la decisione di applicare, nella selezione degli attori, la cecità sul colore assegnando ruoli di personaggi bianchi a interpreti neri, non convince la critica.
«Di piombo» la sceneggiatura, stando al Daily Telegraph, che ha bocciato anche la regia, mentre per l’Independent «viene lecito chiedersi cosa l’opera aggiunga» alla comprensione del pubblico di questo periodo storico.
Non è piaciuta la decisione di inserire un bacio saffico tra Anna Bolena e Jane Seymour, che pochi mesi dopo l’avrebbe sostituita al fianco di Enrico VIII diventandone la terza moglie, come non sono state apprezzate altre libertà con l’ambientazione e il linguaggio che la regista Lynsey Miller si è concessa. Incontestata, però, la bravura della protagonista, Jodie Turner-Smith che, «regale e perfetta nella parte di una donna combattuta» per il Guardian, diventa la prima regina nera sul piccolo schermo britannico. Se Bridgerton, realizzato negli Usa, aveva spianato la strada, l’Anna Bolena di Channel 5 evidenzia quando possano essere rapidi i cambiamenti sociali nonché l’importanza che la televisione può avere.
Se il teatro londinese aveva sdoganato l’idea della colour-blindness già tempo fa, è il piccolo schermo a dialogare con il pubblico di massa. Nell’interpretazione di Turner-Smith il colore è importante nel senso che evidenzia l’emarginazione a corte della regina e della famiglia dalla quale proviene, ma a brillare è il talento dell’attrice. Ne emerge una donna forte, potente, scaltra, dotata di un cervello finissimo, capace di gestire un marito come Enrico VIII sinché non è stata tradita dai suoi nemici.
Se Turner-Smith si era detta sicura che il ruolo avrebbe diviso il pubblico e non sarebbe andato giù a tutti, sembra essersi sbagliata. Per i critici la sua è una prestazione che non ha nulla da invidiare a Natalie Portman o Claire Foy, cui è spettata la parte prima di lei.
Le critiche sono andate invece alla parte tecnica. La sceneggiatura non è paragonabile alla scrittura magistrale di Hilary Mantel, che con Wolf Hall ha portato l’universo dei Tudor nell’immaginario di milioni di persone, attraverso i suoi romanzi ma anche la miniserie che ne era stata ricavata per la tv e che aveva Claire Foy nei panni di Anna Bolena appunto.