Corriere della Sera, 3 giugno 2021
Il boom del commercio
In queste settimane, a Ginevra l’attenzione mediatica punta sulle prime discussioni in sede Wto (L’Organizzazione Mondiale del Commercio) riguardo alla sospensione dei brevetti dei vaccini anti-Covid-19. Sarà però una trattativa non breve. Nel frattempo, la Wto continua a monitorare l’andamento degli scambi globali di merci e segnala che siamo in pieno boom: che cioè alcune economie sono in ripresa molto forte dopo i lockdown dovuti alla pandemia. Il Goods Barometer della Wto, che traccia l’andamento dei commerci internazionali in tempo reale, è balzato a 109,7, quasi dieci punti in più rispetto al livello cento che indica un andamento degli scambi di merci in linea con le tendenze storiche. È il livello più alto dell’ultimo decennio ed è una crescita di 21,6 punti rispetto a un anno fa quando gli scambi erano crollati a causa delle chiusure delle economie.Siamo insomma in presenza di un rimbalzo per alcuni versi poderoso dopo un crollo altrettanto massiccio. Tra le componenti del Barometro, le crescite maggiori si registrano negli ordini alle esportazioni, a livello 114,8, nei trasporti aerei, a 111,1, e nei componenti per l’elettronica, a 115,2. Gli analisti della Wto sostengono che il trend del Barometro è in linea con le previsioni dell’Organizzazione pubblicate a fine marzo, che indicano una crescita del commercio globale di merci dell’8% nel 2021 dopo una caduta del 5,3% nel 2020. Aggiungono però che le previsioni sono «offuscate da disparità regionali, dalla continua debolezza nel commercio di servizi e dal lento sviluppo delle vaccinazioni, particolarmente nei Paesi poveri». Nei numeri presi nel complesso, insomma, la situazione del commercio internazionale è positiva ma ha anche ombre. E ne ha altre che il Barometro non può segnalare ma stanno creando tensioni ovunque: la penuria di materie prime e di materiali intermedi in un’amplissima gamma di settori, dall’automobilistico all’arredamento, dall’acciaio all’elettronica. È che il boom economico in corso in alcuni Paesi si combina con il cambiamento di alcuni consumi indotto dalla pandemia e con le distruzioni prodotte dai lockdown nelle catene di fornitura e nella logistica globale. Il caso che più preoccupa è la scarsità di semiconduttori che ha già fermato numerose fabbriche di automobili e fa prevedere una perdita di 90 miliardi di dollari per il settore auto.