Corriere della Sera, 3 giugno 2021
Gianni Vattimo: «Ho 85 anni ma non sono un incapace»
Simona Lorenzetti per il Corriere
La parola chiave è dignità. I suoi amici sono tutti convinti che lui viva questa storia come un’aggressione alla sua dignità, fortezza da difendere da tutto e tutti. «Proteggerà questo ragazzo indipendentemente da come sono andate le cose», immagina una persona che lo conosce bene. «Perché farlo vorrà dire difendere la sua dignità, appunto, e poi perché Gianni è fatto così. È un uomo generoso ed è un filosofo, vive con i piedi per terra ma con sereno distacco dalle cose materiali».Che siano amici, colleghi o allievi, la premessa è sempre la stessa, «no comment sui fatti». Ma nessuno descrive un professor Vattimo poco presente a se stesso come farebbe invece pensare il capo di imputazione – circonvenzione di incapace – con il quale la Procura chiede il rinvio a giudizio del suo assistente. Non lo fa la regista ed editrice Elisabetta Sgarbi che con La nave di Teseo ha appena pubblicato l’Opera omnia di Vattimo (Gianni Vattimo. Scritti filosofici e politici). «Ho rapporti con lui da molti anni», ci spiega. «Non mi permetterei mai di entrare in faccende private e nelle sue scelte personali, posso però testimoniare – se mai ce ne fosse bisogno – che quest’opera, importante non solo per lui ma per la consapevolezza culturale del nostro Paese, ha visto la luce con Gianni Vattimo e il suo imprescindibile e lucido contributo».
La stessa definizione che ne dà Maurizio Ferraris, ordinario di Filosofia teoretica all’università di Torino. «Di questa vicenda conosco soltanto quel che ho letto sui giornali e non intendo commentarla» premette. E di lui racconta: «L’ho visto circa un mese fa, sono andato a casa sua a portargli il mio ultimo libro ed era molto contento che glielo avessi dedicato nel finale. È stato il mio professore, per me è riconoscenza. Abbiamo parlato a lungo. L’ho trovato molto affaticato perché fisicamente non sta bene, ma anche molto lucido. Abbiamo parlato di filosofia, da quel punto di vista è il professor Vattimo di sempre. E a proposito di lucidità: ho letto anche una sua lunga intervista molto interessante per l’uscita della sua Opera omnia...».
Lo scrittore Piergiorgio Paterlini è il suo biografo ufficiale (con Non essere Dio, edizioni Ponte alle Grazie). Non lo vede da qualche anno ma lo sente di tanto in tanto e si informa sul suo conto dagli amici più cari. «Ci conosciamo da 40 anni, è un personaggio strepitoso e io ho grande affetto per lui» dice. «È un uomo che tende a proteggere sempre chi gli sta vicino e che nella vita è stato generoso con tantissime persone. Non entro nel merito di questa storia ma la vedo come un paradosso: da un lato lui è il filosofo che più di ogni altro al mondo ha legato la sua filosofia alla vita quotidiana e concreta. E però, dal punto di vista personale, è l’uomo meno interessato che io conosca a proteggersi da problemi legati ad aspetti materiali».
Il più discepolo dei suoi discepoli è Santiago Zabala, ordinario di Filosofia contemporanea all’università Pompeu Fabra, Barcellona. Si sentono spesso perché Vattimo ha affidato a lui il suo archivio personale (quaderni, appunti di corsi, dispense, corrispondenze...) ora disponibile per il pubblico nella sala più prestigiosa dell’università catalana. Sull’inchiesta torinese zero commenti. Sullo stato di salute solo un: «Lo trovo stanco». Il resto è filosofia, sempre filosofia. Per il prof torinese argomento inesauribile.