Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  giugno 02 Mercoledì calendario

Intervista a Danielle Madam


Sarà Madam a introdurci nelle Notti europee. Danielle Madam, 24 anni il 23 giugno, sarà il volto femminile in seconda serata su Rai 1 nella trasmissione dedicata al calcio condotta con Marco Lollobrigida. È la ragazza che mentre lavorava al bar è stata insultata con la frase «non sarai mai italiana». È l’atleta, lanciatrice del peso, che poteva gareggiare, ma non indossare la maglia azzurra, perché priva di nazionalità. È la persona che l’anno scorso in pieno caso Suarez protestò parlando di extracomunitari di Serie A e di Serie B.
È diventata famosa come l’anti-Suarez.
«Non ce l’avevo con lui, ma con quella vicenda assurda. Noi italiani di seconda generazione siamo svantaggiati, affrontiamo problemi e burocrazie per affermare i nostri diritti, mentre a un calciatore famoso basta un attimo. A me dopo 17 anni in Italia veniva negata la cittadinanza, a Suarez regalata in un pomeriggio.
Non si trattava di fare polemica, ma solo di ristabilire un po’ di verità».
Lei è arrivata in Italia dal Camerun a sette anni.
«Sì, a causa di una faida tra famiglie mio padre e il mio fratello più grande sono stati uccisi. Mia madre che lavora in banca ha ritenuto che fosse saggio per me e il mio gemello Ivan trasferirci presso uno zio in Italia, a Miradolo Terme, nel Pavese.
Purtroppo mio zio è morto e io e mio fratello siamo stati separati, lui dai preti, io dalle suore. Però la casa-famiglia ti offre il domicilio, non la residenza. Io ho fatto tutto il percorso scolastico in Italia, ma ho scoperto che per l’anagrafe ero invisibile, anzi non esistevo, quindi non potevo essere riconosciuta come italiana. Né indossare la maglia della Nazionale perché mancavano i requisiti. Lo sport mi apriva le porte, ma l’Italia me le chiudeva».
Adesso ha la cittadinanza.
«Sì. Da un mese sono italiana. Grazie anche a tutti quelli che mi hanno appoggiato e sostenuta. Ho perfino preso la patente e per pagarmi i corsi ho lavorato come baby-sitter.
L’energia non mi manca, per mantenermi ho fatto la barista, la domestica, la cameriera e le consegne in bicicletta. Mi mancano cinque esami per la laurea, a cui tengo moltissimo, un altro sogno da realizzare».
Conosce il calcio europeo?
«Da ragazza giocavo a pallone con i maschi, un po’ in tutti i ruoli, poi mi hanno detto che non potevo continuare, che non c’erano squadra femminili, così ho scelto l’atletica.
Conosco bene il calcio africano, e molto dei Leoni Indomabili, anche perché un personaggio come Samuel Eto’o trascende il pallone per il suo impegno contro il razzismo.
L’ho incontrato a Milano e lui mi ha riconosciuta, è stato un grande onore. Sono tifosa del Portogallo di Cristiano Ronaldo, ma anche di Messi, e seguo il Psg. In Tv mi manca esperienza, ma ho spontaneità e mi piacciono le sfide, un po’ di paura c’è, però sono abituata ad attrezzarmi, e sto studiando molto le squadre. Il mio fidanzato, che è giornalista, tifa Milan, per cui io mi sono adeguata».
Del calcio italiano chi le piace?
«Roberto Baggio per il rapporto con suo padre, ho appena visto Il Divin Codino, e devo dire che mi ha colpito questo genitore introverso che crede nel figlio, ma a suo modo. Gigi Buffon, perché viene da una famiglia di sportivi e perché ha chiamato suo figlio Thomas, in omaggio al grande portiere N’Kono, Claudio Marchisio per la sua attenzione ai problemi sociali. Stimo Chiellini per come si prodiga nonostante l’età e Donnarumma per la responsabilità di essere custode di una porta».
Ha un modello, tipo Fiona May?
«Ammiro tantissimo Fiona, soprattutto come atleta, la osservavo molto quando ai raduni mi capitava di incontrarla. Ma un modello non ce l’ho, sto pensando anche agli abiti, cercando di fare la scelta giusta. A mia madre ho dovuto promettere che le manderò le registrazioni delle trasmissioni. In Rai mi hanno detto che sono pronti ad aiutarmi, sono sicuri che sarò all’altezza, ho la loro piena fiducia. Li ringrazio, dare uno spazio a chi fa sport non è mai sbagliato. Io però da parte mia voglio stupirvi. Spero che la mia storia possa essere di stimolo per tutti e che la mia presenza possa favorire una maggiore integrazione nei programmi, perché di donne nere che conducono in video non ne vedo molte. Quello che oggi è eccezione deve diventare normalità. Io per cultura e sentimento sono italiana e tutti quelli come me devono avere la possibilità di fare un percorso. Non si tratta di farci un regalo, ma di rispettare diritti e meriti. È anche così che si aiuta la società a cambiare e ed essere più aperta».
Quale commento non vuole sentire?
«Che parlo bene italiano. Sai che novità o che sorpresa. A ottobre mi laureo in comunicazione, innovazione e multimedialità all’università di Pavia. Parlo bene il francese, mentre l’inglese è scolastico. Mi piacciono le canzoni di Ultimo, sono abbastanza informata su tutto, molto appassionata di storia e se ho dei dubbi o ho bisogno di chiarimenti chiamo una mia prof delle superiori. Alle donne che subiscono violenze dico: denunciate subito, non aspettate altri schiaffi.
Alle ragazze come me: sognate, ma dedizione e sacrifici non devono mai mancare».