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 2021  giugno 02 Mercoledì calendario

La nuova vita del jet di Gheddafi

PARIGI – Non è l’aereo con cui è arrivato in Francia il premier libico nelle ultime ore, ma non è detto che presto non lo userà per i suoi spostamenti internazionali. A Perpignan, nel sudovest del paese, da anni è parcheggiato un A340 che è un pezzo di storia della Libia. O meglio, di quella del dittatore che per decenni ha regnato sul Paese. Era infatti il suo fastoso jet privato, una sorta di Air Force One. Anche nel nome con cui è registrato l’apparecchio, ovvero “5A-One”, c’è un riferimento alla potenza americana. L’aeromobile è appartenuto in passato al fratello del sultano del Brunei e poi a uno dei membri della famiglia saudita, prima di essere acquistato nel 2006 da Gheddafi. Il raìs l’aveva pagato all’epoca 120 milioni di dollari, secondo un’inchiesta della Cnn, usandolo per i suoi spostamenti compresi i viaggi a Roma e Parigi prima di essere spodestato. Era anche l’aereo che il colonnello aveva inviato nel 2009 a Glasgow, per rimpatriare trionfalmente Abdel Basset Ali Al-Megrahi, condananto per l’attentato di Lockerbie.
È rimasto uno dei tanti simboli della megalomania del raìs ucciso nel 2011, poco dopo l’insurrezione dei ribelli e l’intervento militare a guida francese. L’Airbus di Gheddafi, con la fusoliera crivellata di schegge e proiettili nell’ultima battaglia per la conquista dell’aeroporto di Tripoli, era stato affidato alla Air France dall’allora Consiglio nazionale della Transizione. Portato in gran segreto a Perpignan, viaggiando a bassa quota per 5 ore, è stato anni al centro di un contenzioso giudiziario tra creditori dell’ex regime libico. Un consorzio kuwaitiano sembrava riuscito a divenirne proprietario, ma un tribunale francese ha decretato che apparteneva ancora alla Libia in quanto «nazione sovrana». Intanto Air France ha fatto valere le spese di manutenzione di questi anni, complicando la battaglia legale. E l’Airbus è rimasto inchiodato a terra nello scalo di Perpignan.
Dopo quasi dieci dalla morte di Gheddafi, con il nuovo governo di Tripoli, la Francia ora vuole facilitare una soluzione. E così si comincia a parlare di un ritorno in patria del 5A-One. Già a febbraio è apparsa la notizia sul sito Africa Intelligence che l’aereo sarebbe tornato in Libia. Un fotografo, Clément Alloing, ha anche scattato alcune immagini recenti in cui si vede il jet rimesso a nuovo. La compagnia statale libica Eacs, proprietaria dell’aereo, ha pagato 14 milioni per restaurarlo.
Gli interni sono meno pacchiani di una volta ma c’è comunque una camera da letto, un salotto con divani in pelle e una capienza fino a 76 passeggeri, equipaggio compreso. È stata rimossa la scritta “99.9.9” che Gheddafi aveva fatto incidere sulla fusoliera, in riferimento alla data del 1999 in cui venne firmata a Sirte la dichiarazione per la nuova Unione africana che doveva lanciare una leadership sul continente. Ora appare solo una discreta scritta “Libya” e, sulla coda, la bandiera nazionale con la mezzaluna e la stella. I tenici della Eacs sono già in Francia. Un primo volo di collaudo è stato fatto a inizio maggio per ottenere le autorizzazioni ufficiali dell’aviazione civile. Un tragitto breve intorno alla regione di Perpignan. Il volo verso Tripoli potrebbe essere imminente. E forse sbloccare il contenzioso intorno al jet libico è anche un “regalo” di Emmanuel Macron al nuovo premier Abdulhamid Dbeibah.