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 2021  giugno 02 Mercoledì calendario

La targa sbagliata per «Carlo Azelio» Ciampi


Che succede a mettere insieme un classico film di Fantozzi e un pseudo blitz d’av anguardia situazionista?
Ecco, succede che a Roma – dove altro sennò? – in una bella mattina di giugno l’amministrazione capitolina, sindaca Raggi in prima fila, decide finalmente di dedicare in pompa magna un pezzo di lungotevere a Carlo Azeglio Ciampi; ma all’ultimo momento, quando già sono arrivati il presidente della Repubblica, i presidenti della Camera e del Senato e tutti i possibili maggiorenti della capitale e i parenti stanno per prendere posto, anzi hanno già preso posto sulle apposite seggioline dorate con la seduta rossa e distanziate, insomma si scopre che la targa in marmo è sbaliata, pardon è sbagliata e al posto di Carlo Azeglio hanno fatto incidere Carlo Azelio; per cui mamma mia, come si fa adesso?
E allora la commedia fantozziana sale di tono, il copione alla Salce o alla Neri Parenti ci mette la classica banda dei vigili urbani che comincia a suonare, parapà- parapà, mentre la pratica artistica ed eversiva del détournement comincia a fare il suo effetto: scarto di senso e disorientamento fra i presenti. Sennonché nel frattempo i numerosissimi zeloti del Raggio magico a cinque stelle (in vista delle elezioni l’apparato di comunicazione del Campidoglio è cresciuto fino a disporre di 97 collaboratori ben pagati) prima hanno pensato bene di incartare la targa in un drappo giallorosso, che però è trasparente, e poi si sono inventati – dopo l’inno di Mameli lo fanno pure dire al microfono a un poveraccio di dirigente – che durante il trasporto o il montaggio questa benedetta targa si è comunque e “gravemente scheggiata”. Ma nessuno ci crede – rendendo il tutto più grave e divertente di qualsiasi conclamata approssimazione cialtrona. Sotto un bel sole, ai piedi dell’Aventino, la cerimonia ansima, incespica, sbanda come un ubriaco verso una conclusione purchessia.
Dopo l’inno all’Europa – perepè – e alcune parole di circostanza pronunciate non si capisce bene da chi e perché, Mattarella prende cappello, si alza, saluta i figli di Ciampi e se ne va. Siccome oltre che una persona responsabile, è un signore, non dice nulla. L’espressione di Raggi, d’altra parte, è schermata e insieme salvata dalla mascherina. Quando tutto è finito, nell’area deserta, arriva la targa giusta. In serata, nelle chat, si manifesta la pista dell’errore di battitura e del mancato controllo delle bozze. Sulla base dell’esperienza, è del tutto plausibile che al più tardi domani verrà individuato un capro espiatorio, meglio se di infimo livello – sempre che non si tratti di guerra psichica debordiana.
Carlo Azeglio Ciampi era senz’altro un uomo spiritoso, ma nessuno è in grado di accertare se si sarebbe fatto due risate. Era soprattutto una persona seria, virtù piuttosto rara anche fra i potenti. Non suoni retorico, ma non se lo meritava.