la Repubblica, 2 giugno 2021
«Non sono un inetto». Il libro di Toninelli, il ministro più attaccato di sempre
Un libro scritto «senza filtri», da una persona che «lotta per il bene della gente». Oltretutto «la semplice notizia della sua pubblicazione ha già scatenato il Sistema contro di me», anche se sistema – con la “s” maiuscola – vuol dire tutto e nulla e l’autore, cioè Danilo Toninelli, non entra nel dettaglio di questa reazione repentina dei poteri forti. Comunque, eccolo qui, da ieri acquistabile su Amazon (a proposito di “Sistema”...), Non mollare mai – La storia del ministro più attaccato di sempre.
Il titolo del suo libro-verità e il battage pubblicitario sulla pagina Facebook (a proposito di “Sistema”...) dello stesso ex ministro, rilanciato anche sul blog di Beppe Grillo, non difettano certo di enfasi e retorica. La dedica iniziale è a chi lo ha comprato e quindi col semplice atto di acquisto dichiara guerra «al Sistema che opprime gli onesti».
Il mondo là fuori è cattivo e crudele, la politica marcia, solo Toninelli e il M5S combattono a mani nude contro i loschi affari. Comunque, Toninelli ministro era diverso: salutava tutti al Mit con un semplice ciao, arrivava in tuta alle 8 dopo una seduta mattutina in palestra e si cambiava in ufficio, si spostava con un’Alfa Giulia, cinque persone tra scorta e staff, di cui tre stipate dietro – lui compreso – a studiare dossier. Quando scopre dalla tv che non sarà ministro del Conte-bis, aiuta i collaboratori a fare gli scatoloni. Poi c’è la politica. Da poco ministro si ritrova a che fare con Matteo Salvini che fa la guerra ai migranti e conia lo slogan “porti chiusi”. Toninelli non ne condivide l’approccio propagandistico, il leader della Lega privatamente lo tranquillizza ma poi fa come vuole. Anche se, racconta, alcune ong in mare «tenevano comportamenti dubbi» (non si specifica quali) e proprio grazie a Salvini si trasformarono in «simbolo generico e raffazzonato della sinistra». Comunque, sul segretario della Lega Toninelli davvero non si risparmia: prendeva aerei di Stato a sbafo, «si arrese quasi subito a Benetton», era accecato dal potere con «una boria incontenibile, inumana».
L’ex ministro delle Infrastrutture passa gran parte del libro a descriversi vittima del metodo Boffo, preso di mira dai giornali un po’ perché non corruttibile e un po’ per la sua ingenuità, un incompreso insomma – come quando si fa e pubblica un selfie in vacanza pochi giorni dopo il crollo del Ponte Morandi: «Con un po’ di corretta informazione i miei intenti sarebbero risultati chiari e coerenti» – che comunque aveva già il presentimento che sarebbe andata a finire così, infatti ad una cena avverte gli amici di grigliata del condominio: «Mi descriveranno come un incapace, un inetto, ma non dovete crederci». Toninelli è comunque anche un padre e marito affettuoso che si addolora ogni volta che deve rientrare a Roma per servire la Patria. Nelle conclusioni infine si lascia andare ad un commento amaro sui 5 Stelle, ma assolutamente reale: «Alcuni sembrano più concentrati su come superare il limite interno dei due mandati che sulle giuste battaglie da combattere». Presenti esclusi, ovviamente.