ItaliaOggi, 1 giugno 2021
A Monaco una cabina telefonica per ricordare
In pochi anni sono spariti dalla nostra vita quotidiana le macchine da scrivere, il fax, le penne stilografiche, tanto per citare a caso. Sopravvivono, dimenticate in cantina, in un cassetto. Chi ricorda ancora l’odore di un giornale che sapeva di piombo, o il suono di un disco del telefono? Una chiamata si faceva a mano, e ai primi tempi della selezione quando telefonavo dall’estero, sentivo i numeri cadere uno a uno, se il suono diventava opaco, intuivo che la linea era occupata.
E sono sparite le cabine telefoniche, quelle antiche in cui ti chiudevi dentro. Le puoi comprare usate, in Germania, a partire da poco più di 500 euro. Vengono trasformate in mobile bar, o librerie, perfino in docce per la piscina, ma sono ingombranti, pesano quasi tre quintali. Io ricordo quelle rosse a Londra, quando vi arrivai da studente, in treno. Come faccio a trovare una camera a buon prezzo? Mi informai. Vai in una cabina telefonica, consigliarono.
Erano l’equivalente di Google, tappezzate di piccoli annunci, erotici e anche no. Trovavi quasi sempre quel che cercavi, un’auto vecchia, o un posto di lavoro. Io, grazie a un phone box, finii per cinque ghinee ospite di un nobile polacco in esilio. Trovai anche una scuola per migliorare l’inglese. A quel tempo erano poche, e non si prenotavano mesi prima di partire.
A Giesing una Telefonzelle è stata trasformata in macchina del tempo. Entri e viaggi nel passato, o nel futuro. È un’idea della sociologa Mirian Worek che ha trovato la cabina telefonica in una stalla, dove era stata abbandonata nel 1999, vittima dei cellulari. Giesing nell’Ottocento era un villaggio, oggi è diventato un quartiere di Monaco. Qui nacque nel 1945 Franz Beckenbauer, e vi si trova la sede del Bayern München.
«Ho avuto fortuna, racconta Miriam, l’ho trovata grazie a ebay, non sono molte, i collezionisti sono pochi, e finiscono fatte a pezzi per recuperare il metallo». A Pentecoste la sua Zeitkapsel, la capsula del tempo, è entrata in funzione al centro di Giesing. È gialla, il vecchio colore simbolo della Deutsche Post. Su un desktop, come in un computer, si possono selezionare una settantina di filmati per rivivere nel passato: muoversi online per le vecchie strade del quartiere, o entrare in una cucina casalinga per vedere una massaia ai fornelli. Fuoco a legna, si intende. Ogni video dura da un minuto a quasi un’ora. Ovviamente, si possono fare delle pause, cambiare viaggio, tornare indietro di qualche minuto, o fermare l’immagine.
Per il momento si viaggia solo nel passato, ma presto ci si potrà muovere nel presente, e nel futuro. «La pandemia ci ha isolati», ha detto Miriam, «la mia cabina servirà a ritrovare i contatti». La macchina del tempo verrà alimentata dai contributi degli abitanti, che potranno inserire foto di famiglia, anche quelle dei genitori o dei bisnonni, o i filmati delle feste di compleanno o dei viaggi.
I bambini sono invitati a portare i loro disegni che verranno trasformati in cartoni animati. Anche gli album di foto appartengono a un passato che sta per svanire: bastava aprirli per tornare alla nostra infanzia. Oggi scattiamo foto di continuo, ma poche vengono stampate, rimangono a migliaia nel nostro cellulare. Conservate e dimenticate, o svaniscono sfiorando lo schermo.