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 2021  maggio 31 Lunedì calendario

Festa di Vesak. È il compleanno del Buddha

I buddhisti nel nostro Paese sono poco più di 300mila, secondo le statistiche ufficiali. Per la precisione: 208mila italiani e 124mila immigrati asiatici. Per numero sono la terza religione, dopo cristianesimo e islam. Hanno varie festività ma l’unica riconosciuta in base all’intesa con lo Stato italiano del 2000 (governo D’Alema) è quella di Vesak, che quest’anno è caduta sabato scorso, il 29 maggio.
In questo giorno si celebrano i tre momenti principali della vita del Buddha: nascita, illuminazione e morte. Il Buddha si chiamava Siddharta Gautama (da qui il nome del famoso romanzo di Herman Hesse) e visse nell’India del nord nel VI secolo avanti Cristo. Di famiglia ricca, non ancora trentenne Siddharta abbandonò il palazzo del padre per andare alla ricerca della saggezza in questa nostra vita precaria, fatta di malattie, vecchiaia e morte. E così a trentacinque anni Siddharta raggiunse l’acme della sua esplorazione spirituale con l’Illuminazione. Accadde sotto un albero e da allora divenne il “Risvegliato”, cioè il Buddha. In “questo stato di completa e profonda saggezza” i suoi primi insegnamenti furono le “Quattro nobili verità”. Il Buddha morì a ottanta anni.
Sovente sinonimo di equilibrio interiore, lavorando su se stessi, il buddhismo non è una religione rivelata da Dio in un Libro come le tre grandi fedi monoteiste e abramitiche: ebraismo, cristianesimo e islam. Centri e comunità monastiche sono regolate da un sistema di valori e comportamenti codificati nel corso di secoli. Il monaco buddhista più noto e autorevole è il Dalai Lama del Tibet. Esistono varie “tradizioni” della religione e in Italia sono raggruppate nell’Ubi, l’Unione buddhista italiana oggi presieduta da Filippo Scianna, avvocato e manager.
Ed è all’Ubi che il capo dello Stato Sergio Mattarella ha indirizzato il suo messaggio di auguri per il Vesak: “Con piacere rivolgo un pensiero e un saluto ai buddhisti d’Italia – concittadini o residenti nel nostro Paese – in occasione del Vesak, ricorrenza che segna per la comunità buddhista un’occasione di preghiera, di festa e di impegno. Essa offre anche l’occasione per riscoprire un più saldo senso di coesione e di rinnovata solidarietà, elemento essenziale per superare le impegnative sfide del momento attuale e raggiungere – sul saldo fondamento della Costituzione e dei valori universali che essa riconosce e tutela – una ancor più efficace valorizzazione del pluralismo”.
Anche il Pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso ha inviato un messaggio. In particolare il dicastero vaticano cita l’esortazione buddhista alla “gentilezza d’amore”. Queste le parole del Buddha: “Come una madre protegge il figlio anche a costo della vita, così si coltivi una gentilezza d’amore incommensurabile verso tutti gli esseri viventi”. L’Ubi ha pure organizzato un convegno che affronta due questioni di questo tempo pandemico: “La crisi dell’essere, la fragilità del Pianeta”. E sono molte le assonanze con la Laudato si’, l’enciclica green di papa Francesco.
Post scriptum. Nell’immaginario popolare Buddha è speso raffigurato come obeso. In realtà era magro. Il Buddha monaco ciccione è una variante cinese.