Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  maggio 30 Domenica calendario

Il miglior film di Verdone è un libro

Il più bel film di Carlo Verdone si intitola, un po’ come un vecchio film neorealista, Maria F. ed è la storia di un ragazzo timido della borghesia romana anni Settanta (lo stesso Verdone), studente di Lettere alle prese con l’esame di Antropologia culturale. Carlo V. ha un compagno di studi che ogni settimana va a prostitute. Il puttaniere ha un metodo che consiste nello spulciare gli annunci delle massaggiatrici sul «Messag-gero»: «Faceva una crocetta su quelle con cui era già stato (un numero impressio-nante) e accanto scriveva il voto che assegnava loro per la prestazione. Nessuna aveva un dieci, ma tanti erano i sette, e moltissimi i tre e i quattro». Un giorno Carlo V. accompagna, come un osservatore Onu, l’amico a Torricola, periferia sud di Roma, dove esercita la prescelta della settimana: Vittoria, «una bella morettona, con i capelli mossi». E, nell’occasione, conosce (non biblicamente) Maria F., collega di Vittoria, dallo stile acqua e sapone. I due cominciano a vedersi. Carlo V. la porta in giro per la città con la Lambretta in un remake, povero ma bello, di Vacanze romane. Maria F. è una straniera nella città in cui vive e ne è rapita: «Lo sai che non me la immaginavo così grande e così bella, Roma». Carlo V. è sempre più affascinato dalla grazia nascosta di Maria F., dai suoi problemi (ha una figlia piccola), dal suo modo di parlare: «C’hai lo stile antico»; «Abito in culo alla luna»; «In questo posto non si diventa amici» (parlando dello scannatoio di Torricola). I due ragazzi girano per Roma, mangiano gelati (è un ottobre dolcissimo) e parlano, parlano. «Giurami che non ti fai illusioni», dice lei. E poi: «Ricordati sempre dove m’hai conosciuto». E ancora: «Ammazza, così stronza mi fai? La stronza la faccio con altri, non con te». Poi un pomeriggio... Maria F., il più bel film di Verdone, non l’avete ancora visto perché per ora è solo uno struggente racconto del suo splendente libro di ricordi, La carezza della memoria. Speriamo che lo giri presto.