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 2021  maggio 30 Domenica calendario

Ritratto di Alba e Alice Rohrwacher

Un pomeriggio di qualche anno fa, Alba Rohrwacher venne a trovarmi a New York insieme a Laura Bispuri, in occasione della presentazione di Figlia mia al Tribeca Film Festival. L’edificio nel quale abito tuttora era rivestito da un’impalcatura per dei lavori di restauro, e mentre prendevamo un caffè, ho visto Alba illuminarsi improvvisamente di un sorriso che aveva l’entusiasmo e l’eccitazione di una bambina "Un procione!" urlò, indicando la finestra, "un procione!", disse di nuovo, mentre la guardavo attonita insieme agli altri ospiti. Nessuno di noi aveva visto l’animale, ma Alba si affacciò alla finestra e dopo pochi secondi urlò ancora più entusiasta "sono due!" A quel punto ci affacciammo tutti, e vedemmo i procioni che correvano sull’impalcatura mentre Alba continuava a gioire: "Sì sono due e si stanno inseguendo!". Rimanemmo incantati a vedere quella scena inaspettata, e io raccontai che nel cuore di New York vivono animali selvatici: in uno dei laghetti di Central Park è stato catturato un caimano, e sui palazzi della quinta avenue nidificano regolarmente i falchi. Alba era affascinata dai racconti, ma nulla valeva lo sguardo rapito di fronte ai due procioni che continuavano a inseguirsi sull’impalcatura.
Ci conoscevamo già da qualche anno, grazie all’amicizia con il compagno Saverio Costanzo, ma fu quel viaggio a cementare il nostro legame, e poco tempo dopo ebbi modo di conoscere anche Alice, in occasione di una sua residenza presso la Film Society del Lincoln Center. Ho voluto partire da questo episodio per raccontare come una caratteristica fondamentale di queste due sorelle piene di talento sia la purezza con cui vivono il rapporto con la natura, e come riescono a individuare nei dettagli più semplici e inaspettati il mistero stesso dell’esistenza, con uno sguardo pieno di calore. Alba è nata nel 1979 a Firenze, mentre Alice un anno dopo a Fiesole. Il cognome tedesco è dovuto al padre Reinhard, un apicultore di Amburgo che ha sposato una donna di Castel Giorgio, in provincia di Terni. "Sono italo-tedesca," racconta Alba, "e sono cresciuta a Poggio del Miglio, in Umbria, ma ho per la Germania un’attrazione ancora infantile, legata agli odori, ai suoni delle parole che non capivo quando, da bambina, andavo lì". È proprio a Poggio del Miglio che sono cresciute le due sorelle, e le loro esperienze di vita in campagna sono raccontate nelle Meraviglie, diretto da Alice e interpretato da Alba.
Entrambe hanno sentito sin da bambine l’attrazione irresistibile per lo spettacolo: Alba ha frequentato l’Accademia dei Piccoli di Firenze prima di diplomarsi al Centro Sperimentale, mentre Alice, dopo alcune esperienze come montatrice e direttrice della fotografia, ha debuttato nel documentario collettivo "Checosamanca" con l’episodio La Fiumara. È stata Alba la prima ad affermarsi, grazie a una serie di interpretazioni memorabili per i migliori registi italiani, e poi anche internazionali. "Mi metto sempre in discussione" racconta "e quindi, sentendomi ancora dentro un percorso mi sembra complicato spostarmi, starmene di lato e valutare quello che sto facendo". In occasione di un incontro pubblico alla Festa del Cinema di Roma, chiesi a Meryl Streep quale fosse l’attrice italiana che preferiva, e lei fece il suo nome, paragonandola alle grandi del passato: "quando la Streep ha fatto quella dichiarazione" mi ha raccontato "mi trovavo in aereo, e al mio sbarco ho trovato centinaia di messaggi che mi facevano i complimenti: non avevo la più pallida idea di cosa fosse successo e ancora adesso sono emozionata." Quello che la grande attrice americana sottolineò in quella occasione è stata la versatilità e l’intelligenza delle sue interpretazioni, che l’hanno portata a vincere già una Coppa Volpi a Venezia, due David di Donatello un Nastro d’Argento. "Per me è più facile allontanarmi da un progetto che avvicinarmi," spiega "e non è calcolo, non c’è scientifica strategia di carriera, è solo istinto".
Analizzandone però la carriera si vede anche una grande tecnica, e tra le interpretazioni più significative c’è certamente quella di Vergine Giurata, ancora una volta con Laura Bispuri: recita prevalentemente in albanese, e immortala una donna che rinuncia alla propria sessualità per poter essere trattata da uomo, ricevendone tutti i benefici all’interno di una società arcaica e primordiale. Mentre Alba era diventata uno dei nomi più popolari del cinema italiano, nel 2011 Alice realizza il bellissimo Corpo Celeste, che rivela una personalità assolutamente originale, ma radicata nella migliore cultura italiana, a cominciare da Ermanno Olmi e Pier Paolo Pasolini: un cinema in versi, più che in prosa. Sin dal debutto, è diventata una beniamina del Festival di Cannes vincendo il Grand Prix della Giuria per Le Meraviglie e il premio per la migliore sceneggiatura per Lazzaro Felice, tuttavia la sua popolarità non ha tuttora lo stesso riscontro in Italia. "Quello su cui sto riflettendo è sul perché l’Italia abbia messo la sordina" ha detto a proposito del film "come se non interessasse una storia che parla anche del rapporto con la terra, e con le radicali e strampalate trasformazioni che la attraversano. Sembra che senza adrenalina il cinema non abbia più presa sul pubblico. È curioso che un film recepito in tutto il mondo così ’italiano’, abbia avuto così poca risonanza qui da noi".
Sono due donne dalla convinzioni forti, Alba e Alice, ma le idee non si trasformano mai in ideologia, e la purezza va di pari passo con una forte timidezza, che viene esorcizzata con un altrettanto grande ironia. Basta vederle su un set per vedere come mettano nel lavoro sempre la massima dedizione e professionalità, mantenendo nello stesso tempo un sano distacco, che consente di non prendersi troppo sul serio. Salvo quando un evento inaspettato rivela la meraviglia dell’esistente.