il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2021
Quaranta gradi in Russia occidentale
In Italia. La tardiva primavera del 2021 ha tentato una rivincita negli ultimi giorni. Domenica 23 maggio nevicava ancora poco sopra i 1.000 metri nel Tarvisiano, e la perturbazione da Sud-Ovest di lunedì ha scaricato molta pioggia dal Levante ligure alle Venezie (anche oltre 50 mm tra Veneto e Friuli) facendo annullare il passaggio del Giro d’Italia ai passi dolomitici Pordoi e Fedaia, invece al Sud con i venti nord-africani si toccavano ben 32 °C a Termoli e 34 °C a Bari, una decina di gradi sopra media. In seguito l’alta pressione ha finalmente portato alcuni giorni più soleggiati e caldi anche al Nord, 25-27 °C in Valpadana, appena disturbati da temporali giovedì sera al Nord-Est. Aria fresca ora sta di nuovo raggiungendo il Paese dall’Europa nord-orientale ma un assaggio d’estate è probabile da mercoledì in poi.
Nel mondo. Prime statistiche disponibili su questa primavera fredda su gran parte d’Europa, come in Svizzera e Austria – con un paio di gradi sotto la media dell’ultimo trentennio – non capitava dal caso del 1987; ad Arosa, a 1.800 m nei Grigioni, a maggio ha nevicato in ben 14 giorni, più di così avvenne solo nel maggio 1902 (20 giorni) e 1991 (15 giorni). Caldo estremo invece in Russia occidentale, mai registrato in oltre un secolo in questa stagione a differenza del freddo europeo, insolito ma con diversi riscontri in passato: 39,7 °C nel Daghestan (Caucaso), nuovo primato storico di maggio per tutta la Russia; a Ekaterinburg, dove lunedì scorso c’erano 34,7 °C (la norma è 19 °C), si sta chiudendo il maggio più caldo nella serie dal 1881, battendo di ben 2 °C il precedente massimo del 1991, primavera che curiosamente aveva mostrato la stessa configurazione climatica attuale, con depressioni fredde in discesa sull’Europa e, più a Est, anticicloni caldi in risalita sulla Russia. In Grecia gli incendi forestali tipici dell’estate sono cominciati già dieci giorni fa con la devastazione della pineta di Geraneia, presso Corinto, preziosa riserva della rete europea Natura 2000, ma un grande rogo ha colpito anche i boschi di Tenerife, Canarie. Ad appena una settimana dalla furia di “Tauktae” nel Gujarat, l’intenso ciclone tropicale “Yaas” dal Golfo del Bengala ha colpito il lato opposto – nordorientale – dell’India, causando alluvioni per piogge fino a 400 mm, un milione e mezzo di evacuati e undici vittime. Nell’Atlantico settentrionale la stagione degli uragani tropicali (che l’agenzia Noaa prevede più attiva del solito quest’anno) comincia ufficialmente il 1° giugno, ma la prima tempesta del 2021, “Ana”, si è già formata il 22 maggio al largo delle Bermuda, benché senza far danno, in mare aperto. Più volte gli scienziati hanno segnalato che le probabilità di riuscire a mantenere il riscaldamento globale al 2100 entro +1,5 °C rispetto all’era preindustriale, come raccomandato dall’Accordo di Parigi, diminuiscono sempre più. Il Global Annual to Decadal Climate Update dell’Organizzazione meteorologica mondiale dice che c’è il 40% di possibilità che tale soglia di anomalia venga già raggiunta, anche se per ora temporaneamente, in un anno del periodo 2021-2025. È l’ennesimo sprone a fare molto di più per abbattere l’impatto umano sul clima, a partire dall’azzeramento dei sussidi ai combustibili fossili. La rete di attivisti ambientali Friends of the Earth ha ottenuto da un tribunale olandese l’imposizione alla multinazionale del petrolio Shell di ridurre le proprie emissioni serra del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019, accelerando così una transizione verso energie a bassa intensità di carbonio che la compagnia sostiene di aver avviato. La sentenza è legalmente vincolante solo in Olanda ma almeno potrà costituire un precedente per iniziative analoghe nel resto del mondo.