la Repubblica, 30 maggio 2021
Boccalon e la durata della felicità
Quanto durerà la vita felice di Riccardo Bocalon? L’istante in cui segna il gol promozione del Venezia al 93° minuto si consegna all’eternità. Poi, la statistica dice che la sua permanenza nel sovraffollato paradiso della Serie A ha due possibilità su 3 di non andare oltre il prossimo anno. Ben che vada, di bruciarsi nel successivo.
Soltanto Atalanta e Udinese tra le “squadre yo-yo” si sono sollevate in modo che pare definitivo. È sulla buona strada il Sassuolo. C’era quasi riuscito il Chievo. Negli ultimi 4 anni è diventata una regola fissa (lo ha fatto notare anche loslalom.it): due neopromosse su tre si affacciano, salutano, e un ciao diventa un arrivederci. Chiamatele effimere. Quest’anno: Benevento e Crotone. A scalare: Brescia e Lecce. Empoli e Frosinone. Benevento e Verona. Meglio puntare su Minnesota che sulla salvezza contemporanea di Empoli, Salernitana, Venezia nel campionato che verrà. O di due tra loro. A inizio stagione chi tifa Toro, Genoa o Bologna si guarda intorno disilluso e pensa di poter sopravvivere perché due effimere van giù “poi una che s’inceppa la troviamo”. Chi sale porta con sé molti problemi. Spesso non ha una proprietà forte o ben collegata a qualche sorella maggiore. Ha una quota minore di diritti televisivi. L’attrae il miraggio del paracadute da 10 milioni subito.
Non è una destinazione per giocatori forti (e una ragione è che spesso lì si retrocede, così il cane si morde la coda). Soggiace al ricatto affettivo di tenere quelli che hanno fatto l’impresa, ma in un torneo meno impegnativo e magari per aver azzeccato un trenino di partite in quello strano play-off che è in realtà una veloce lotteria.
Bocalon è un esperto di questi jackpot. Segnò anche il gol della vittoria che portò per la prima volta in B il Portogruaro. Retrocesse l’anno seguente.
Buona fortuna alle effimere, sappiano di non essere sole nella partita con il destino. La verità è che il calcio, a chi tifa, non porta gioie durature. È esattamente come un casinò, puoi fare un “pieno”, ma la somma delle perdite e relative sofferenze non batterà mai quella delle vincite.
Sei dell’Inter? Alzi un trofeo e il giorno dopo hai l’amaro in bocca. Sei della Juve? Non sai contare fino a dieci e soprattutto ti fa sempre torcere le budella il veleno in coppa. Sei del Milan? Pur di esultare finisci per chiamare oro l’argento. E queste sono le tre eccellenze che volevano farsi super. Per tutte le altre tifoserie la felicità è una stagione, ma non su 4, su 20. A volte un attimo. Un’insperata rimonta. Bocalon a tempo scaduto. Tocca sperà de morì lì.