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 2021  maggio 29 Sabato calendario

Su “I buoni vicini” di Sarah Langan

Maple Street, Maple Street. Ma non c’eravamo già stati? Un paio di volte almeno. Nel racconto di Stephen King La casa di Maple Street: quattro fratelli si servono dell’abitazione stregata per sbarazzarsi dell’odiato patrigno. Nell’episodio della serie tv Ai confini della realtà – The Twilight Zone in originale – intitolato “Mostri in Maple Street”. Anni 60: un bagliore nel cielo e un calo di corrente fanno pensare agli abitanti del quartiere che gli alieni siano in arrivo: a tutti saltano i nervi, ci scappa il morto. Gli alieni in realtà sono già arrivati, stanno nascosti e osservano. Ripartono convinti che i terrestri si potranno invadere e conquistare senza fatica.
A Maple Street succedono cose strane perché è il luogo dove nulla di strano dovrebbe accadere: la strada tranquilla della pacifica cittadina americana, o le villette ordinate nei sobborghi. Nel romanzo di Sarah Langan, Maple Street sta in un quartiere residenziale affacciato su un parco. Numeri civici dal 100 al 134, belle case con giardino. Siamo a Long Island, nel caldissimo luglio del 2027 – ma niente paura, non è fantascienza. I condizionatori funzionano a singhiozzo per le interruzioni elettriche. I ragazzini cercano acqua per giocare con lo scivolo. Poco lontano, si apre una voragine che sputa bitume appiccicoso.
Il serpente era già da un annetto nel paradisto terrestre. Da quando Arlo e Gertie Wilde, con i loro figli Julia e Larry, hanno preso possesso della casetta al numero 116 di Maple Street. Tentando un disperato salto di classe, con i soldi che sono riusciti a mettere insieme. Lui è una ex rockstar con i tatuaggi, lei ha il seno vistosamente rifatto, aspetta il terzo figlio e veste ancora da groupie. Entrambi parlano con l’accento di Brooklyn. Sono gli estranei che sbilanciano gli equilibri di Maple Street, svelando quel che si nasconde dietro la facciata tanto perbene. Senza bisogno degli alieni, I buoni vicini è un romanzo di feroce realismo. Fa da detonatore il primo sgarbo: un mancato invito al barbecue del 4 luglio, Festa dell’Indipendenza.
15 anni dopo i fatti, gli omicidi di Maple Street – finirà nel sangue, lo scopriamo leggendo la prima pagina di I buoni vicini, che al narratore alterna ritagli di giornale, estratti da saggi, stralci di interviste – sono entrati nella cultura popolare americana. Si accenna di sfuggita a fatti più gravi, che però non hanno colpito allo stesso modo la fantasia: il bagno di sangue di Wall Street e il bombardamento di Amazon a Seattle. A Broadway va in scena “I Wilde contro Maple Street”: uno spettacolo interattivo dove il pubblico sceglie da che parte schierarsi. Le maschere di Halloween spaventano altri tranquilli cittadini che vivono nella loro pacifica Maple Street.
Le pezze d’appoggio fanno risaltare il racconto in presa diretta, giorno dopo giorno per tutto luglio. Ogni sgarbo, ogni ripicca, ogni tentativo di alleanza, ogni bugia, il primo mattone lanciato a rompere le finestre di casa Wilde, il crescendo che sarebbe colpevole svelare oltre la volontà della scrittrice. Già fa sapere al lettore come finirà, mossa che solo i bravissimi si possono permettere: alla fine mancano quasi 400 pagine e le leggiamo senza saltare una riga. Sarah Langan ha imparato da Stephen King a costruire personaggi, non figurine senza spessore, e ha abbastanza talento per mettere in pratica la lezione.
Maestra di cerimonie, al centro della tragedia, Rhea Schroder. Professoressa universitaria declassata per cattiva condotta e madre di due figli – la femmina Shelly è la migliore amica di Julia, figlia dei Wilde. Prima fa amicizia con Gertie, dopo qualche confessione le giura odio eterno, la voragine bituminosa risucchia una vittima, l’escalation sarà terribile. Rhea sa bene come funziona un panopticon, ma non si accorge che il reduce di guerra, bloccato sulla sedia a rotelle, osserva ogni movimento.
Sarah Langan aggiunge il suo tassello nell’universo dei romanzi ambientati nei sobborghi, sempre generosi di brutte storie: basta ricordare James Ballard, e la carneficina di Il condominio, anche questa nata da un dispetto. I proprietari di case sono ben assortiti e contemporanei. C’è il figlio di due madri, la famiglia più che benestante di origine indiana, i separati in casa che tracciano la riga e la rinfrescano appena sbiadisce. La cartina via via aggiornata segnala le case vuote di chi comincia a filarsela, mentre la tensione sale.
Il caldo, la voragine, il 2027, rispecchiano la preoccupazione della scrittrice per il clima, presente senza infastidire. I ritagli di giornale arrivano al 2043: «Long Island è praticamente sott’acqua e nessuno più si preoccupa se tipi come i Wilde fanno crollare il valore delle proprietà». Sarah Langan sta intanto scrivendo il prossimo romanzo, Mom’s Night Out. Audacemente, lo annuncia come: «un incrocio tra Shirley Jackson e Ira Levin». La scrittrice di La lotteria e lo scrittore di Rosemary’s baby e di un’altra Maple Street – chiamata Stepford – dove le mogli riottose sono sostituite da docili robot.