Avvenire, 29 maggio 2021
Il 40% dei ristoranti rischia il crac
Quali strascichi lascerà la pandemia? Quante imprese rischiano di non tornare all’operatività? A queste domande ha risposto il Rapporto Regionale Pmi 2021, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
Dallo studio emerge che le Pmi con un concreto rischio di default nei prossimi 12 mesi sono oltre i due terzi tra le società che organizzano fiere e convegni. Risulta poi ad alta probabilità di fallimento il 40% dei ristoranti (era al 17,3% prima del Covid) con ampi divari tra Nord-Est e Mezzogiorno (il 50,9%)». Inoltre sembrano a rischio un terzo degli alberghi, anche qua con differenze tra Nord-Est (a rischio il 20,7% delle strutture) ed altre aree, con valori massimi al 46,6% nel Mezzogiorno». Emerge così che nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia sarebbero a rischio il 28% delle imprese, il 36,5% delle quali è localizzabile nel Sud. La perdita di posti di lavoro per le imprese del Bel Paese nel loro insieme – quindi anche le micro e grandi imprese -, tra dicembre 2019 e la fine 2021 sarà di circa 1,3 milioni di unità, equivalente all’8,2% del totale dei 16 milioni di addetti prima dell’emergenza, la gran parte dei quali sono persone impiegate nel settore dei servizi.
A livello territoriale, lo studio mette in luce perdite più consistenti nel Nord-ovest, 399mila addetti con un calo del 7,8%, rispetto a Nordest dove è prevista una perdita di 322mila posti pari ad un calo dell’8,2%. Anche in questo caso gli effetti della pandemia sarebbero maggiori nel Mezzogiorno, ossia 320mila, con una diminuzione dell’8,4% e nel centro Italia, ossia
289mila equiavalente ad un calo dell’8,9%. «Le piccole e medie imprese – commenta il presidente della Piccola Industria di Confindustria e vicepresidente di Confindustria, Carlo Robiglio – hanno comunque resistito, hanno cercato di essere resilienti ed oggi ripongono piena speranza e fiducia nel piano nazionale di ripresa e resilienza Tutti noi speriamo di poter, attraverso la capacità di ripresa del nostro sistema imprenditoriale, rilanciare il Paese». Secondo Robiglio in un contesto simile alcune proposte diventano incisive: la proroga automatica della moratoria di legge per le Pmi; la conferma dell’intervento rafforzato del Fondo di Garanzia per le Pmi e della ’Garanzia Italia’ di Sace; l’allungamento dei tempi di restituzione del rimborso dei debiti di emergenza del 2020 fino a 15 anni; e infine l’utilizzo della leva fiscale per favorire la crescita dimensionale con interventi come la proroga del credito d’imposta per la quotazione delle pmi e lo sviluppo della finanza alternativa».