Avvenire, 29 maggio 2021
Assad va al quarto mandato con il 95,1 per cento
Bashar al-Assad, per la quarta volta: presidente con il 95,1 % dei consensi. Scontata, senza dei veri rivali, la riconferma del rais di Damasco.
Il presidente del parlamento, Hammoud Sabbagha, ha affermato che 14,2 milioni di cittadini siriani su 18,1 milioni di aventi diritto, hanno votato: ovvero il 76,64% mentre nel 2014 – a guerra civile ancora in corso e quindi solo nella metà del territorio – a votare era stato il 73,4 % dei siriani con Assad assestato a poco più dell’88 % dei consensi. I due candidati rivali, Abdallah Abdallah e Mahmud Marei, che non avevano alcun credito presso l’opposizione, né visibilità in campagna elettorale, hanno ottenuto rispettivamente l’1,5% e il 3,3% dei consensi. «Il popolo siriano non riconosce questa spregevole farsa», l’aspro commento di Nasr al-Hariri, capo della Coalizione nazionale delle forze dell’opposizione e della rivoluzione in Siria, principale blocco dell’opposizione siriana all’estero. Particolare irritazione fra gli oppositori ha sollevato il fatto che Assad abbia scelto per votare insieme alla moglie Asma un seggio a Douma, il sobborgo di Damasco simbolo della rivolta. «Le mosse del regime – ha detto al-Hariri – rafforzeranno solo la determinazione del
popolo a proseguire con la rivoluzione fin quando il criminale Assad non renderà conto per i suoi crimini, compresi quelli commessi a Douma e nella Ghouta orientale». Prima a congratularsi per la «netta vittoria» la Russia, secondo cui il voto in Siria rappresenta «un passo importante per rafforzare la sua stabilità interna», ha affermato il ministero degli Esteri di Mosca. Le dichiarazioni fatte da alcuni governi occidentali – Washington, Londra, Parigi, Berlino e Roma che avevano definito il voto «né libero, né equo» – rappresentano un «tentativo di interferire negli affari interni della Siria, con l’obiettivo di destabilizzarla», precisa la nota.
Pure l’Iran ha espresso le sue felicitazioni ad Assad: «La riuscita delle elezioni e la partecipazione massiccia del popolo siriano costituiscono una tappa importante nell’instaurazione della pace» in Siria, si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri della Repubblica islamica, principale sostenitrice del regime di Damasco insieme alla Russia.