"Fortuna", in cui lei interpreta sia la madre che la psicologa, affronta un fatto di cronaca terribile.
«Quando ho letto il copione lo sapevo ma non avevo approfondito la storia per codardia. Mi ha colpito l’interpretazione che ne ha dato Michelangelo. V olevo partecipare a questo processo creativo, mettermi al servizio del film. Il risultato può piacere o no, ma che ci sia del talento è indubbio».
Negli anni ha detto che le sarebbe piaciuto diventare madre.
«La questione si è risolta da sola, con l’anagrafe. È stato un grande desiderio e mi spiace non sia successo, ma oggi non è più all’ordine del giorno. Sono serena».
Un politico ha affermato che la famiglia esiste solo se ci sono figli.
«La famiglia è mille cose diverse: non vorrei dare dignità a questo tipo di slogan. Non mi sono mai fatta toccare dalle affermazioni altrui.
Per anni mi ricordavano che stavo con un uomo molto più giovane.
Vado avanti con la mia vita e le mie scelte».
Pensa a un film su una donna e un bambino.
«Sì, una donna della mia età e un bambino di 10, 11 anni, senza legami di parentela. L’infanzia di oggi è misteriosa nel suo modo di stare al mondo: bimbi sicuri, indipendenti dagli adulti, sempre in un altrove che non è corporeo. Noi eravamo annoiati, o per strada. I bambini di oggi mi destabilizzano».
Lei che ragazzina è stata?
«Mi raccontano scatenata, irrequieta. Mi mettevo nei guai, mi facevo male. Io ricordo me stessa come una bimba malinconica.
Leggevo tanto, specie dagli 11 ai 13 anni, il periodo dei busti, mesi a letto senza alzarmi, neanche per fare pipì. A 14 anni lavoravo come modella, sono uscita dal bozzolo a far finta di essere una bellezza. Poi l’operazione a 19 anni, mesi a letto a studiare francese, avevo già fatto Storia d’amore con Citto Maselli e vinto la Coppa Volpi a Venezia.
Quando mi sono rialzata ho iniziato il mio percorso di attrice».
Come sono stati i quattro mesi a Los Angeles?
«Ci ho vissuto 12 anni, non tornavo da tanto. È stato un viaggio nel tempo ritrovato, ho rivisto cari amici. Siamo cresciuti e poi invecchiati: altre facce, altri modi di essere. È stato anche una formidabile occasione di lavoro, una serie gigantesca e complicata.
Per i protocolli Covid con i colleghi si parlava a malapena. Una sfida».
A Hollywood ha girato 18 film. A quali è più legata?
«A Lupo solitario per il periodo in cui l’ho girato e l’amicizia con Sean Penn che dura ancora. E i due Hot Shot s!, non il mio genere, ma ho imparato cose che mi sono servite».
È stata a un soffio da "Pretty Woman".
«Otto mesi di provini, restammo solo io e Julia Roberts. Ci misero insieme, stesso giorno, stesse minigonne, stesse scene. Ci incontravamo in corridoio, io la straniera, lei un’americana con il carisma da star. Sono arrivata seconda spesso, me la giocavo con Uma Thurman o Demi Moore.
Qualche volta li ho beccati pure io, i film. Ho provato di nuovo la sensazione di mettermi in gioco sul set di The morning show , ogn i "wow" una soddisfazione. Ottimi
attori, bella scrittura, anche se televisiva, che "deve funzionare"».
Farà la serie tratta da "L’arte della gioia".
«Goliarda Sapienza, ex moglie di Citto Maselli, mi insegnò l’accento romano per il film Storia d’amore . Mi accoglieva a casa, la vestaglia, le sigarette, le risate. Fantasmagorica, ne avevo un po’ paura. Diceva "saresti una giusta Modesta", non sapevo che fosse la protagonista di L’arte della gioia . I registi che hanno preso idiritti negli anni mi hanno chiamato. Ormai non posso fare Modesta né la mamma, farò la regia.
Penso che la serie sarà la prima e l’ultima».
E la francese "24 ore nella vita di una donna"?
«Non l’ho più fatta, ho presentato alla regista Valeria Bruni Tedeschi».
Sempre molto amiche.
«Con lei entri in un universo, è sempre ispirata, a volte esasperata.
Siamo due matte, insieme ci si peggiora e ci si migliora. Sto andando a trovarla sul set del suo film».
Ha girato "Occhi blu" di Michela Cescon.
«Si, forse andrà al Festival di Taormina. Sono l’alter ego di Michela e quasi non mi riconosco: non vedo le mie qualità, i vezzi, la solita fisicità. Sono più fragile, indifesa, matta. Lei una solida guerriera senza fronzoli».