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 2021  maggio 27 Giovedì calendario

Biografia di Xavier Bertrand

Da giovane vendeva polizze, ora sogna di mettere in sicurezza la Francia contro Marine Le Pen. Cinquantasei anni, ex agente assicurativo, Xavier Bertrand è il candidato che fa paura a Macron perché occupa lo spazio nella destra moderata, ha dimostrato nel 2015 di saper battere il Front National in uno dei suoi feudi, la regione settentrionale Hauts- de-France. Il governatore ha annunciato di volersi candidarsi all’Eliseo in aprile, un anno prima del voto, bruciando i tempi rispetto agli avversari. E ora comincia a crescere, tanto da essere favorito nel suo campo. Secondo l’ultimo sondaggio pubblicato dal Figaro, se arrivasse al secondo turno Bertrand potrebbe battere Le Pen con un vantaggio più largo di quello assegnato in questo momentoa Macron. Il percorso verso le presidenziali resta comunque incerto. Bertrand deve prima rivincere nella sua regione a metà giugno. È in leggero vantaggio rispetto al candidato dell’estrema destra, Sébastien Chenu, ma lo scrutinio è a doppio turno e il governatore rischia di trovarsi a combattere in un triangolare, o quadrangolare, in cui ci potrebbero essere i candidati della sinistra (per una volta unita) e di Macron. Il fatto che il leader francese abbia deciso di schierare nella regione mezzo governo fa capire che la corsa di Bertrand provoca allarme all’Eliseo. Nella lista per le regionali del partito macronista, guidata dal sottosegretario Laurent Pietraszewski, spiccano anche il Guardasigilli Éric Dupond-Moretti, il ministro dell’Interno Gérald Darmanin e la giovane sottosegretaria Agnès Pannier-Runacher.
Molti nemici, molto onore. Bertrand ha rifiutato la mano tesa dei macronisti che proponevano un accordo di desistenza com’è stato fatto nella regione meridionale Provence- Alpes-Côte d’Azur per contrastare l’ascesa dell’estrema destra. Per vincere Bertrand dovrebbe sperare che al secondo turno delle regionali i macronisti rinuncino comunque o che lo faccia la sinistra, com’è accaduto cinque anni fa, ma è un ricordo che fa ancora male alla gauchelocale un tempo egemone. Bertrand è riuscito a imporsi in quello che assomiglia al nostro Mezzogiorno, dove le fabbriche chiudono una dopo l’altra e si trascina da anni il problema di Calais, la Lampedusa sulla Manica. È il laboratorio su cui Le Pen si è imposta localmente grazie a temi su cui è forte anche a livello nazionale: sicurezza e immigrazione.
Se Bertrand riuscirà a vincere lo scrutinio regionale il 27 giugno dovrà poi vedersela con il suo ex partito, les Républicains, di cui è stato anche segretario quando si chiamava Ump. Il “gollista sociale” – così si definisce – ha scelto di presentarsi all’Eliseo da indipendente, per non rischiare di finire nel tritacarne di eventuali primarie. «È stata una mossa abile, visto il discredito che pesa sui partiti» nota il politologo Dominique Reynié. Al momento Bertrand cresce nei sondaggi sulle presidenziali ma senza essere sicuro di arrivare al ballottaggio. Reynié è convinto che, superato il fuoco di sbarramento contro di lui alle regionali, Bertrand riceverà l’appoggio della nomenclatura divisa dei Républicains. «Non ci sarà altra scelta perché a quel punto – conclude il politologo – Bertrand apparirà come colui che ha sconfitto Macron e Le Pen». Diventando una possibile terza via per chi vuole fermare l’estrema destra ma è deluso dal Presidente uscente.