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 2021  maggio 26 Mercoledì calendario

Anche la Germania vuole aumentare le tasse sull’eredità

Letta non è solo. Subissato dalla critiche in Italia per la proposta di aumentare le tasse sull’eredità, verrebbe applaudito in Germania, dai verdi e dalla sinistra. Anzi, qualcuno lo troverebbe troppo moderato. Per il 21 agosto, a cinque settimane dal voto, è prevista una dimostrazione nazionale contro la ricchezza: i super ricchi devono pagare di più, il Covid ha aumentato il distacco con i poveri. Lo slogan sarà: Wer hat, der gibt, dia chi ha. Una vecchia idea che ritorna puntale alla vigilia delle elezioni. Il problema è come definire il «super», e da dove cominci la povertà.
La Cdu/Csu nel programma elettorale ignora la ricchezza. I liberali dell’ Fdp sono contrari all’aumento delle tasse. I socialdemocratici, i verdi e la Linke chiedono aliquote più alte per l’Irpef, tasse più alte sull’eredità, e un extra di solidarietà sui ricchi, senza data di scadenza, da qui all’eternità. E una coalizione a tre, rosso rosso verde, come quella ancora al potere al governo di Berlino, città stato, arriverebbe al 47%, secondo gli ultimi sondaggi, quanto basterebbe per ottenere la maggioranza dei seggi al Bundestag.
Ma una coalizione tra Cdu/Csu, Spd e Fdp, è data al 49%. Tutto incerto, anche perché i cristianodemocratici se arrivassero secondi dietro i verdi, certamente preferirebbero diventare primi alleandosi con i liberali. E i leader della Csu, i cristianosociali che si presentano solo in Baviera, un altro partito rispetto alla Cdu, ha già annunciato che andrebbe all’opposizione nel caso di un governo guidato da un Cancelliere verde. Armin Laschet, il leader della Cdu, stia attento a non provocare una fatale spaccatura dell’Unione.
Che cosa chiede in sintesi la sinistra contro la diseguaglianza sociale? Una tassa sul capitale dell’uno per cento a partire da due milioni di euro, ma per la Linke non basta: propone una stangata del 5% a partire dai 50 milioni, cioè 2,5 milioni all’anno, che equivale a un esproprio in vent’anni. E il conto non è completo: un extra per il Covid del 30% scaglionato su vent’anni.
Gli interventi pubblici per fronteggiare l’emergenza hanno aumentato il deficit statale, dunque sarebbe ragionevole aumentare le tasse. Anche i verdi condividono l’ossessione tedesca per i debiti, l’Europa è avvisata. Il 10% dei più ricchi possiede il 50% del patrimonio nazionale, il 10% dei più poveri, appena il due. Bisogna cominciare a far diminuire il distacco. Ma non è vero che il gap sia sempre in aumento. Se la perfetta uguaglianza è data a zero, dal 2008 l’indice è sceso dallo 0,75% allo 0,71%. Come mai? I salari sono aumentati, ed è aumentato il valore degli immobili posseduti dal ceto medio.
Una tassa sulla ricchezza non avrebbe alcun effetto, o avrebbe un effetto boomerang, ha messo in guardia l’Institut für Wirtschaftsforschung (Diw), l’istituto per la ricerca economica. Il valore di un immobile può essere stabilito solo al momento della vendita, e tassare un quadro di Picasso, un gioiello o un’auto d’epoca è quasi impossibile. Comunque la sforzo burocratico necessario si «mangerebbe» un terzo del ricavato.
I grandi patrimoni verrebbero subito trasferiti all’estero, o risulterebbero appartenere a società. La sinistra tedesca, come Letta, nonostante abbia vissuto a Parigi, hanno già dimenticato l’attore Gérard Depardieu? Quando nel 2013, il presidente François Hollande volle una supertassa a partire da un milione di euro, Depardieu chiese aiuto all’amico Putin, e ottenne la cittadinanza russa. Una tassa sulle società e sulle aziende avrebbe effetti disastrosi sull’economia: a ogni passaggio generazionale si bloccherebbero gli investimenti.
Un buon professionista, un medico, un avvocato, o il padrone di un ristorante, sono super-ricchi o appartengono bene o male a un agiato ceto medio? Se hanno comprato un appartamento sufficiente per la famiglia, o una seconda casa per le vacanze, possono superare la soglia dei due milioni di euro. I prezzi degli alloggi si sono quintuplicati a Berlino negli ultimi quindici anni. Chi ha comprato, magari con un muto, una casa in un buon quartiere per 400mila euro, oggi sarebbe un super-ricco.
Una tassa sulla ricchezza potrebbe essere idealmente giusta, ma impossibile nella realtà. Dimostra per Die Welt, quotidiano conservatore, solo la mancanza di idee da parte della sinistra: mancano gli alloggi? Non serve l’equo canone, altra proposta dei verdi? Perché non favorire i giovani con esenzioni fiscali per il risparmio destinato alla casa, e far pagare allo Stato tutte le misure ecologiche imposte dai verdi nella costruzione di nuovi alloggi, che fanno lievitare i costi?