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 2021  maggio 25 Martedì calendario

Tra i due Franco, la Spagna libera ha scelto Battiato


Per la Spagna sono esistiti due Battiato. E due Franco. Ora che Franco Battiato non c’è più in diversi angoli del paese in molti hanno fatto una sintesi: “Viva Franco… Battiato!”, aggiungendo il cognome del cantautore italiano ai graffiti inneggianti al Franco cattivo, il dittatore. Era il 1982 – ricorda Marco Tardelli – quando prima di ogni partita del Mondiale di Spagna gli italiani si caricavano ascoltando “Cuccurucucù Paloma”. Allora, l’altro Franco, quello “malo” era morto da 7 anni, dopo 36 di regime; la flebile voce della democrazia era da poco stata messa alla prova da un golpe militare e la Spagna ascoltava musica liberamente e ballava.
Nella capitale, a Malasaña, il quartiere della movida che segna la rinascita dal nero della dittatura, i giovani si lasciano trascinare dalle canzone dei cugini liberi. Dall’Italia arrivano Raffaella Carrà, i Ricchi e Poveri, Angelo Branduardi e Franco Battiato. Cerco un centro di gravità permanente fa muovere parecchio. “Alzi la mano chi negli anni 80 non si sia buttato in un ballo con Franco Battiato”, ricordava la rivista culturale Jot Down in un’intervista al “dandi italiano (ascot al collo, giacca di velluto, occhiali di plastica e scarpe da ginnastica) in realtà, un tipo classificabile”. A Eurovision, dell’1984, Battiato rappresenta l’Italia con I treni di Tozeur in duetto con Alice e la Spagna gli concede il massimo punteggio. Lui è cosciente di piacere. Nell’87, dopo gli album in castigliano Ecos de Danzas Sufíe Nomadas, si concede un’intera raccolta: Battiato en español.
Non è solo il suo ritmo a incantare gli spagnoli. L’eleganza, la ricercatezza dei versi e la “poliedricità” (musicista, compositore, letterato, cineasta, mistico, intellettuale, vegetariano, agitatore di coscienze e finanche politico se pur per breve tempo, lo definiscono i media iberici) “italiane”, novello Leonardo, affascinano gli spagnoli impegnati, anche quando le discoteche della movida lasciano spazio ai bar in cui il ritmo non è necessario. Sono gli anni ’90, il Paese va ricostruito, immaginato: i cantautori spagnoli passano dai teatri alle piazze. Il Franco cattivo è lontano, la Spagna ha bisogno di sentirsi al pari dei vicini. È entrata in Europa dall’86, il socialismo è al governo dall’anno di Cuccurucuccù Paloma: Felipe Gonzalez guida il Paese nel ritorno al futuro. L’Italia è sempre più vicina, ma la Spagna ha i suoi miti. I giovani ballano con tutt’altra musica. Nel ‘96 il Paese si vota a destra: José Maria Aznar va al governo. Sembra finita per l’intellighenzia, il pensiero, la riflessione. Sembra. Franco, sempre quello buono, resiste. Nel ‘97 è ospite alla tv galiziana a cantare La cura. Poi gli anni Duemila e il nuovo corso. Nel 2003, al governo sta per tornare il socialismo di José Luis Zapatero, nei bar ancora si può fumare e nelle discoteche arriva la musica elettronica del trio italiano Prezioso&Marvin, con Voglio vederti danzare: il successo di Battiato diventa “hit”. A ballare quel “ritmo italiano” è una nuova generazione, quella che non ha mai conosciuto il Franco dittatore, appena adolescente, figlia del boom economico e della libertà scontata, ma soprattutto quella proiettata verso un nuovo Millennio. “Volevano vedere ballare il mondo”, come diceva la canzone. Anni dopo quella stessa generazione – che in Spagna ora piange Franco Battiato, come la sindaca di Barcellona Ada Colau che al “maestro” ha dedicato appena scomparso un post su Instagram e “amore infinito” – seppe che la voce sconosciuta era quella del “mistico siciliano”. “Senza averne il minimo sospetto – scrive nel suo ricordo il giornalista del Nacional Pep Antoni Roig – Battiato divenne parte della colonna sonora della nascita di quella nuova generazione che scoprì che quell’italiano dal naso prominente e aria da professore di letteratura in pensione, con i suoi gilet eleganti degni di un contabile di una fabbrica tessile” aveva scritto ben altre canzoni. “Finché un giorno, all’improvviso su un muro di Spagna cominciammo a vedere che qualcuno aveva aggiunto la scritta ‘Battiato’ sotto a quella ‘Viva Franco’”. In mezzo c’è la tournée del 2017: da Malaga a Madrid, strizzando l’occhio alla movida e alla libertà degli anni 80.