ItaliaOggi, 25 maggio 2021
L’iceberg più grande del mondo non si è staccato per colpa del mare più caldo
Laggiù, oltre la punta estrema dell’Argentina, verso il Polo Sud, galleggia dal 13 maggio l’iceberg più grande del mondo (4.320 km quadrati), quasi metà della Corsica. L’ «A-76», questo il suo nome in codice, si trova nel mare di Weddell, parte dell’Oceano Atlantico a ridosso del continente antartico. Il distacco di questo enorme blocco di ghiaccio, di circa 170 chilometri di lunghezza e 25 km di larghezza, è stato spettacolare ed è stato rilevato dalle immagini del programma europeo Copernicus diffuse dall’agenzia spaziale europea, mercoledì 19 maggio.
L’evento non sembra legato al cambiamento climatico dal momento che si è verificato in un’area che sembra risparmiata dal riscaldamento delle acque. Inoltre, gli scienziati non credono che l’iceberg «A76» possa creare rischi di destabilizzazione della piattaforma Filchner-Ronne, dalla quale si è staccato, che è una delle più vaste dall’Antartide con una superficie di 430 mila chilometri quadrati.
Tuttavia, il problema è capire se il riscaldamento globale potrà accelerare la disintegrazione delle piattaforme di ghiaccio e la creazione degli iceberg. Le proiezioni sono incerte sul futuro dei ghiacci del Polo Sud la cui scomparsa totale potrebbe provocare l’innalzamento del livello degli oceani di 58 metri. In effetti, resta difficile determinare se l’aumento delle precipitazioni nevose indotte da un clima più caldo potrà compensare il peggioramento dello scioglimento del ghiaccio sulle coste. Uno studio pubblicato su Nature all’inizio di maggio ha mostrato che la fusione della calotta potrebbe arrivare a un punto di non ritorno intorno al 2060 se non verranno ridotte le emissioni di gas a effetto serra che farebbero aumentare di 3 gradi centigradi il riscaldamento globale.